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Alfredo De Marco

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Con un’email l’ospedale francese chiede ulteriori informazioni su Alfredo De Marco, il bambino malato di un tumore, e intanto, tra le polemiche per la raccolta fondi arriva anche la silenziosa solidarietà del Questore.


SIDERNO (REGGIO CALABRIA)- «Avremmo bisogno del nome del chirurgo che ha operato» e anche «delle immagini della prima e ultima ecografia». Un semplice “Bonjour” apre l’email arrivata da una degli ospedali francesi e diventa una flebile luce di speranza Maria Raffaella Crudo. Anche l’importante clinica sssGustave Roussy a Villejuif risponde e chiede il «rapport de pathologie». Maria Raffaella legge le email – di cui il Quotidiano del Sud è in possesso- e piange, e sorride, ma soprattutto spera. La cartella clinica del suo Alfredo è adesso analizzata anche da altri medici per valutare la possibilità di inserire il piccolo in protocolli sperimentali. Una piccola scintilla in un’oscurità profonda, un barlume di speranza in un oceano di disperazione.

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«Non vogliamo lasciare nulla di intentato», ripetono Maria Raffaella e Giuseppe De Marco i genitori di Alfredo, il bambino di appena 3 anni e mezzo che combatte una battaglia impari contro un raro cancro al fegato. La diagnosi, un anno fa, fu epatoblastoma con metastasi ai polmoni. L’ospedale Bambino Gesù di Roma dopo un anno di cure intense, lo scorso 27 agosto 2024, ne ha dichiarato la «non curabilità» della malattia gettando nello sconforto la famiglia. Ma quella tenace fiammella che alberga nel cuore di ogni genitori, li ha spinti a cercare soluzioni di salvezza in ogni angolo del mondo.

È da quel 27 agosto che anche la Maria Raffaella e Giuseppe è trasformata in una corsa contro il tempo: cercano senza sosta medici e ospedali che possano valutare lo stato di salute del bambino e inserirlo in una cura sperimentale. «Dobbiamo fare di tutto per cercare di aiutarlo» dicono. Alfredo è il loro unico figlio «l’amore grande» della loro vita.
La loro determinazione è commovente, ma anche la loro fatica è evidente.

LA SPERANZA DI CURE PER IL PICCOLO ALFREDO DE MARCO OLTRE CONFINE

Per finanziare le possibili cure all’estero, mamma Maria Raffaella il 3 settembre 2024 ha lanciato una raccolta fondi su gofundme.com. La risposta è stata immediata e commovente. Sono arrivate migliaia di donazioni, dimostrando una solidarietà inaspettata. Ma la viralità della storia ha attirato anche l’attenzione di chi ha diffuso dubbi e accuse, mettendo in discussione la sincerità della famiglia. «È molto semplice» ribadisce Maria Raffaella che spera di far chiarezza. «Parlando con i medici anche quelli francesi ci hanno detto che per curare nostro figlio all’estero servirebbero un milione di euro. Ci hanno consigliato di iniziare a recuperare i fondi e così ho fatto, ho aperto una raccolta fondi», spiega con semplicità Maria Raffaella.

Le polemiche inizialmente si sono concentrate sull’assenza di preventivi dettagliati «purtroppo non è come quando porti la macchina dal meccanico che ti fa il preventivo», dicono i De Marco, cercando di spiegare che la cartella clinica del figlio la stanno mandando «ovunque nel mondo» e che quei soldi della raccolta fondi serviranno «se Alfredo rientra in una sperimentazione, partiamo subito ovunque. Se – precisano- purtroppo non dovesse rientrasse quei soldi non li vogliamo, non li prendiamo. La raccolta fondi è aperta, chiunque ha donato può in qualsiasi momento chiedere il rimborso». Le parole dei De Marco sono semplici e chiare. Sono genitori che vivono un incubo, hanno chiesto aiuto e si sono ritrovati nel dolore della malattia anche in mezzo a questa tempesta mediatica. Per loro non mancano neppure le minacce da parte di alcuni utenti social.

IL GESTO DI VICINANZA DEL QUESTORE

«Per fortuna – dicono- chi mostra vicinanza e solidarietà sono di più». Come il questore di Reggio Calabria, Salvatore La Rosa, che in silenzio, con un gesto tanto semplice quanto significativo, dona una luce nella tempesta che ha coinvolto i genitori di Alfredo. Giuseppe De Marco è un poliziotto. La Polizia di Stato, così come tutte le altre forze dell’ordine, al loro interno sono una famiglia e non lasciano mai nessuno dei loro uomini da soli, soprattutto nella malattia.

E, così, la dimostrazione di vicinanza ma soprattutto il riconoscimento della bontà della raccolta fondi aperta dalla mamma di Alfredo passa anche attraverso una circolare interna a firma del questore di Reggio Calabria. Non un atto straordinario ma un gesto normale che in silenzio e nel loro interno spesso le forze dell’ordine fanno per aiutare chi ha bisogno. In questo caso, la circolare datata 9 settembre 2024, parla della malattia del piccolo Alfredo. «Affetto da epuroblastoma potrebbe avere accesso a cure mediche sperimentali dal costo elevatissimo, con contatti anche con strutture estere». La circolare parla anche della raccolta fondi su gofundme dicendo, sostanzialmente, che chi è interessato a donare può «autonomamente e liberamente» utilizzare «la predetta piattaforma» . Nessuna un’imposizione per donare ma solo il semplice gesto di un Questore che veste i panni del buon padre famiglia e in poche righe abbraccia il dolore della famiglia De Marco.

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