Il pulmino incendiato
4 minuti per la letturaFIUMARA (REGGIO CALABRIA) – Un atto di probabile natura dolosa i cui contorni sono ancora tutti da definire: ecco perché sull’incendio ai danni del pulmino navetta dell’associazione “Borgo Croce” vige massimo riserbo da parte dei carabinieri impegnati nelle indagini (LEGGI LA NOTIZIA DELL’INCENDIO). L’unico elemento nuovo trapelato è che sul posto del rogo non sono stati rinvenuti contenitori di liquido infiammabile, avvalorando però l’ipotesi che chi ha appiccato le fiamme non abbia voluto lasciare tracce, cospargendo il mezzo con della benzina e allontanandosi con la tanica che la conteneva. Il bus navetta ha preso fuoco velocemente e, altrettanto velocemente, è andato completamente distrutto, mentre la pioggia ha spento il rogo scongiurando che lo stesso si propagasse ulteriormente.
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Il lavoro dei militari dell’Arma va avanti senza soluzione di continuità per fare piena luce su quanto accaduto nella notte tra mercoledì e giovedì nel campetto sportivo di Fiumara, dove il pulmino era parcheggiato. L’auspicio generale, diffuso nel quartiere, è che i responsabili siano celermente assicurati alla giustizia, perché la gente perbene è stanca di tanta violenza e distruzione. Lo sdegno e lo sconcerto per l’oltraggio verso un gioiello come “Borgo Croce” di Fiumara non si fermano, e sui social c’è anche chi propone raccolte fondi per aiutare l’associazione ad acquistare un nuovo pulmino. In merito, i responsabili di “Borgo Croce” non hanno avuto comunicazioni ufficiali, ferma restando la loro intenzione di dotarsi, appena possibile, di una nuova navetta. Adesso, ciò che vogliono è reagire e andare avanti per lasciarsi alle spalle un gesto «veramente ignobile, vile, meschino e del tutto inaspettato», commenta la presidente Maria Grazia Chirico, ideatrice del progetto di rinascita di borgo Croce.
Resta dunque molto scossa la squadra di “Borgo Croce”, che non si spiega quanto successo: «Non riesco a capire – dichiara Maria Grazia Chirico a Il Quotidiano del Sud – il motivo di un’azione del genere. Perché? È stato bruciato il simbolo di borgo Croce, una delle poche attività che ci consentiva di guadagnare qualcosa. Noi siamo un’associazione senza scopro di lucro, fatta da volontari, e per comprare la navetta abbiamo fatto sacrifici inimmaginabili». Soprattutto per lei, anima e cuore di “Borgo Croce” di Fiumara, lo shock è stato grandissimo: «Quando ho appreso la notizia – prosegue Chirico – non avevo nemmeno le parole, ho provato solo sgomento e amarezza e non ho avuto la forza di andare subito a vedere il pulmino distrutto. Oggi, cerco un po’ di farmene una ragione e dico che sicuramente non ci fermiamo! Se lo scopo era quello di bloccarci, hanno proprio sbagliato! La bellezza dovrebbe generare bellezza, invece probabilmente quello che abbiamo fatto ha dato fastidio a qualcuno. Eppure non abbiamo mai avuto nessun segnale negativo, non abbiamo mai fatto del male a nessuno e nessuno ne ha mai fatto a noi. Tutta la gente di Fiumara è sempre stata presente, partecipe, collaborativa, per questo siamo sgomenti e non ci spieghiamo un gesto che, di certo, non è una bravata!».
Maria Grazia Chirico e i suoi ragazzi vogliono continuare a colorare e animare borgo Croce spinti dall’ondata di vicinanza e solidarietà che li ha travolti dopo l’incendio. «Non ho parole – così Chirico – per ringraziare tutti, sono grata di tanto affetto. Ci hanno chiamato da tutta la Calabria, da tutta Italia, ogni singola persona che ha visitato il borgo si è fatta sentire e questo significa che la gente ci vuole bene. Spero che dalle ceneri del mio furgoncino possa nascere l’ispirazione per qualcosa, sicuramente però resterà lì come simbolo di resilienza».
Intanto gli eventi estivi vanno avanti, stasera con una cover di Vasco Rossi e nei prossimi giorni con altri concerti. In più, Chirico e squadra sono già al lavoro per Natale 2024, «che sarà ancora più bello – garantisce – di quello dell’anno scorso. No, io non mi stanco, non sarà un pulmino bruciato a fermarmi. “Borgo Croce” ha ancora tanti progetti, tante idee e io sono felice di essere ritornata a Fiumara, perché la maggioranza dei fiumaresi, dei calabresi sono persone perbene».
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