La sede Hitachi di Reggio Calabria
3 minuti per la letturaBruno, elettricista della Hitachi, per un incidente è costretto su una sedia a rotelle ma l’azienda giapponese adegua per lui la sede di Reggio Calabria
REGGIO CALABRIA – Era partito tutto da un disturbo alla schiena, che si è rivelato poi più grave del previsto tanto da costringerlo, alla fine, su una sedia a rotelle.
Una condizione che per lui rischiava di significare la fine di ogni attività lavorativa. Perché il protagonista di questa storia – Bruno, 52 anni – è un elettricista della Hitachi, la multinazionale giapponese leader nella fornitura di servizi e prodotti ferroviari, che a Reggio Calabria ha una delle sue principali sedi italiane.
Questa storia, però, ha avuto tutt’altro esito: il confronto, felice, tra sindacato e azienda ha consentito a Bruno nei giorni scorsi non solo di rientrare in Hitachi, ma di tornare anche al suo lavoro di elettricista.
«Hitachi sull’accessibilità della sede aveva fatto già dei passi avanti» racconta Lino Messineo, rsu Hitachi Reggio Calabria. Dei tornelli all’ingresso installati nella stagione Covid, ad esempio, uno era già predisposto per l’accesso di una sedia a rotelle e così le scale d’accesso alla mensa disponevano già di una pedana. «Hitachi, poi, ha proseguito realizzando un bagno a piano terra, a disposizione di Bruno, vicino alla sua area di lavoro. E ha allestito una postazione per lui, che gli consentisse di lavorare, con un bancone che si solleva e si abbassa e una sedia ergonomica, già ordinata, che presto arriverà in sede. Bruno ora non potrà lavorare direttamente sulle cassette, sui treni, ma potrà operare su tutte quelle componenti che vengono assemblate dopo sul mezzo – racconta Messineo – Aggiornato, poi, anche il piano di evacuazione».
Un risultato che non era scontato, concorda Luca Borghetti, Rsu Fiom Cgil Calabria, e che fa dello stabilimento di Reggio un pioniere tra le sedi Hitachi in Italia. E non è detto che il primato si fermi qui.
«In un clima estremamente positivo, grazie anche alla sensibilità dimostrata dal responsabile HR Management Assante Antonio e dal Plant Manager Franci Paolo dello stabilimento Hitachi di Reggio Calabria, siamo riusciti a garantire la continuità occupazionale al nostro collega Bruno, un operaio metalmeccanico costretto a rientrare al lavoro in sedia a rotelle. È questa una dimostrazione concreta – dicono Messineo e Borghetti, insieme al segretario della Fiom Cgil Calabria Umberto Calabrone – di come i valori di inclusione, rispetto e valorizzazione delle competenze di ogni singolo dipendente possano essere messe nelle condizioni di esprimersi.
L’adeguamento delle infrastrutture e delle postazioni di lavoro, l’adozione di tecnologie assistive e la formazione specifica sono azioni che vanno oltre il semplice adempimento delle normative, rappresentano un impegno reale a creare un ambiente di lavoro equo e accessibile a tutti. Questo è un esempio di come il confronto costante fra le parti possa portare il massimo beneficio non solo ai singoli lavoratori, ma a tutta la comunità aziendale».
«La storia di Bruno è una testimonianza di come, con la giusta attenzione e le giuste risorse, sia possibile – commentano ancora i sindacalisti – abbattere le barriere, non solo architettoniche, e garantire a tutti pari opportunità. Troppo spesso le aziende si rifugiano dietro la mancata idoneità al lavoro per allontanare lavoratori in difficoltà, speriamo che questo esempio concreto in Hitachi possa ispirare altre realtà lavorative».
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