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Maria Carmela Gioffré

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BAGNARA CALABRA – Tutto rimandato ad aprile 2023: questo l’esito della nuova visita medica cui Maria Carmela Gioffré – insegnante con sclerosi multipla il cui contratto di lavoro è stato risolto il 16 marzo scorso per «inidoneità psico-fisica assoluta al servizio» – era stata sottoposta nel luglio scorso a Messina, presso la Commissione medica di verifica.

Il verbale della visita, di fatto, replica quanto decretato dal secondo verbale redatto a seguito della prima visita che, inizialmente, con il primo verbale redatto all’esito dell’esame, aveva decretato l’inidoneità permanente di Maria Carmela alle mansioni di insegnante, con conseguente scioglimento del contratto di lavoro.

Il secondo verbale ha consentito, con l’inidoneità relativa della durata di un anno, la reintegrazione dell’insegnante nel proprio posto di lavoro, pur con il divieto di svolgere mansioni che comportino la vigilanza degli alunni.

Una conclusione, di fatto, replicata dal verbale della visita medica dello scorso 8 luglio; verbale datato 31 agosto 2022, secondo cui Maria Carmela Gioffré resta «non idonea permanentemente al servizio, in modo relativo, allo svolgimento di quelle mansioni del profilo proprio di inquadramento professionale che comportino vigilanza attiva sugli alunni».

«Non controindicate – secondo il verbale – mansioni e attività di coordinamento e supporto alla didattica». Conclusioni da rideterminare, stando al verbale, ad aprile 2023. «La non idoneità permanente relativa – motiva la Commissione medica – è determinata da infermità che, sulla base degli atti, non risultano essere oggetto di accertamento ai fini del riconoscimento della dipendenza da causa di servizio».

Per Maria Carmela Gioffré, dunque, le porte delle aule dell’istituto comprensivo “Foscolo” di Bagnara, dove insegna lettere e storia alla secondaria di primo grado, non si riapriranno sicuramente sino almeno ad aprile 2023. Una lontananza vissuta come «una violazione dei diritti ed una forma di grave discriminazione, perché si valuta una persona in base alle proprie limitazioni fisiche e non alle proprie qualità e capacità umane e professionali.

Tutta la procedura burocratica e amministrativa per l’accertamento dell’idoneità è fallace, dispendiosa e non efficace oltre che umiliante, perché si viene giudicati da persone che non ti hanno mai vista al lavoro e che giudicano soltanto in base alle tue disabilità e ai limiti che appaiono, ma non possono conoscere quali sono le tue vere risorse. Ed è quello che fa la differenza».

«Sarebbe ora che la persona con disabilità motoria venga lasciata libera di decidere della propria vita, la dal momento che è perfettamente in grado di intendere e di volere», prosegue l’insegnante bagnarese.

«E sarebbe ora che, come mi diceva una carissima amica, “si aprisse un dibattito su queste questioni e si tracciassero nuove vie” riguardo al rispetto del diritto al lavoro delle persone con disabilità. Le limitazioni possono essere superate anche con semplici accorgimenti, senza porre il lavoratore con disabilità di fronte al trauma di vedersi privato del proprio lavoro», ha concluso Maria Carmela Gioffré.

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