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Alcune campane

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BAGALADI (REGGIO CALABRIA) – Le campane disturbano il riposo, la diocesi sospende il tintinnio nelle ore notturne, ma la comunità mal digerisce la decisione vescovile. Il dibattito è aperto a Bagaladi dopo che un cittadino ha formalmente rivendicato il suo diritto alla quiete. Sulla questione, ormai sulla bocca di tutti, è intervenuto anche il primo cittadino, Santo Monorchio che cerca di fare il pompiere.

«La decisione – scrive il sindaco – di non far suonare le campane da tarda sera e fino alle 8 del mattino, adottata cautelativamente dall’Arcivescovo della Diocesi di Reggio Calabria-Bova, Mons. Fortunato Morrone, a seguito di motivati esposti da parte di un cittadino che ritiene violato il suo diritto alla quiete, merita di essere rispettata e non criticata cosi aspramente per come sta avvenendo».

«Avevo scelto il silenzio – aggiunge – per assoluto rispetto dell’autodeterminazione della Chiesa consapevole di quanto delicata e controversa sia la questione dell’inquinamento acustico prodotto dalle campane delle Chiese e quante sono nel nostro paese le controversie in atto incardinate nei Tribunali. Situazione che bisogna evitare». Il primo cittadino richiama la normativa inerente al caso evidenziando, fra l’altro, che il suono delle campane «se collegato alle funzioni liturgiche, i comuni (enti competenti alla regolamentazione dell’inquinamento acustico), le autorità di controllo e la giurisprudenza italiana, sono molto tolleranti».

«Quando il suono delle campane non è collegato direttamente a funzioni liturgiche – rammenta Monorchio – come ad esempio lo scandire delle ore, la Chiesa è obbligata a rispettare i limiti di legge. Una importante sentenza di Cassazione ha stabilito che “il rumore prodotto dal suono delle campane di una chiesa, mentre al di fuori del collegamento con funzioni liturgiche può dar luogo al reato previsto dall’art. 659 c.p. non diversamente da quello prodotto da qualsiasi altro strumento sonoro, nell’ambito delle funzioni liturgiche (…) integra il predetto reato solo in presenza di circostanze di fatto che comportino il superamento della soglia della normale tollerabilità (…). Si capisce che si può persino sconfinare in reati penali». Il sindaco ha rammentato, inoltre, che la Conferenza Episcopale Italiana ha suggerito ai vari vescovi di dare una regolamentazione di natura ecclesiastica alla materia, stabilendo che «sia opportuno che ciascun vescovo decreti una sorta di regolamento per l’uso delle campane nelle varie parrocchie».

«La vicenda – puntualizza il primo cittadino – che in atto coinvolge la Chiesa di San Teodoro, va quindi inquadrata con molta serietà e avendo molto rispetto delle equilibrate e non semplici valutazioni dell’Arcivescovo. Sono stato costretto a rompere il silenzio di cui ho detto a seguito di invasivi e poco lusinghieri commenti, esterni alla Comunità Bagaladese, che hanno finalità ben diverse dalla tutela della nostra tradizione religiosa che ben conosco in quanto mi sono cresciuto accanto ad una mamma che tutte le mattine aspettava il suono della campana per rivolgere, con il segno della croce e una preghiera, il primo dei triplici saluti giornalieri alla Vergine Maria. Di quel rituale mi sono ricordato, quando mi giunsero, un paio di anni fa, i primi esposti orali e scritti da parte del cittadino che ancora oggi ritiene le immissioni sonore delle campane della Chiesa di San Teodoro ben oltre la soglia della “normale tollerabilità, avuto anche riguardo alla condizione dei luoghi”. Nonostante la reiterazione dei suoi esposti mi sono assunto la responsabilità di non intervenire».

«Quanto detto – conclude – spero serva a far mantenere la calma ed il contegno, soprattutto nei confronti dell’Arcivescovo, nella certezza che ne verremo fuori con una soluzione condivisa».

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