Uno degli striscioni di Casa Pound contro Falcomatà
2 minuti per la letturaREGGIO CALABRIA – La rovente crisi politica di Reggio Calabria, in questi giorni, ha fatto ripetutamente volgere lo sguardo e pensieri maliziosi verso Milano, luogo dove andrebbe in scena il cosiddetto “piano B” (o se vogliamo la second life) del sindaco comunale metropolitano attualmente sospeso Giuseppe Falcomatà che è anche dipendente pubblico del comune di Milano, in qualità di istruttore amministrativo, dopo il superamento di un concorso pubblico.
La tesi avanzata da Pasquale Romano del sito City Now è del tutto plausibile dal momento che anche la moglie del primo cittadino, l’architetto Giovanna Monorchio, risulta 59esima in graduatoria al concorso pubblico per 72 posti a tempo indeterminato del profilo professionale di istruttore dei servizi tecnici – geom 1 ist-geometra al Comune di Milano.
Un’ipotesi del tutto plausibile ma che ha mandato su tutte le furie Falcomatà che ha smentito la notizia anche a colpi di ironici post sulla sua pagina social.
Ma a ricamarci su in questi giorni anche l’estrema destra di Casapound che rincara la dose su un altro aspetto, stavolta, tecnico. “Falcomatà: da prima punta della Reggina a raccattapalle del Milan. Ciao bello ciao” e “Sala…non t’aggità: le fotocopie le farà Falcomatà”. Questi i due striscioni (con toni francamente un pò sgradevoli) affissi da CasaPound Italia a Reggio Calabria e Milano, in merito alla vicenda dell’ormai ex sindaco reggino Falcomatà, condannato in primo grado per abuso di ufficio e da poco appunto dipendente pubblico del Comune di Milano, in qualità di istruttore amministrativo.
«Abbiamo voluto accendere i riflettori sull’assurdità della vicenda dell’ex sindaco Falcomatà, condannato per aver assegnato un immobile comunale ad un imprenditore amico con una delibera ad hoc – si legge in una nota diffusa da CasaPound – Per quanto il tono voglia essere volutamente goliardico, ci sembra paradossale che Falcomatà, destituito dalla pubblica amministrazione e con una condanna di primo grado e un processo in corso per abuso di ufficio, possa tranquillamente prendere servizio come impiegato presso un’altra pubblica amministrazione. L’amministrazione Sala, da sempre in prima linea nel capoluogo meneghino per parlare di onestà, trasparenza e legalità, non ha nulla da dire in merito? Oppure la rigidità di giudizio e comportamento vale solo quando si tratta di condannare e mettere alla sbarra gli avversari politici? Non ci aspettiamo risposte: basta quella data da Falcomatà stesso che, ora che viene colpito in prima persona, arriva addirittura a parlare di incostituzionalità della legge Severino. Reggio Calabria e Milano meritano di meglio, non certo un teatrino indegno come quello cui stiamo assistendo».
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