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La preghiera per le vittime del naufragio

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La fiaccolata in memoria dei profughi morti nel naufragio nel mare della Locride: a Roccella Jonica presenti i sindaci e il vescovo Nostro

ROCCELLA IONICA (REGGIO CALABRIA) – I colori dell’accoglienza e le diverse fedi religiose assieme per affermare la fratellanza universale: il lungomare di Roccella Ionica ha mostrato tutta la sua bellezza e la sua carica di umanità riempendosi di tantissime persone che hanno accolto l’invito di monsignor Francesco Oliva, vescovo di Locri-Gerace, a prendere parte alla fiaccolata ed alla veglia di preghiera «per non tacere di fronte all’ennesima tragedia», il naufragio che si è verificato sulle coste calabresi, segnata dalla morte (ancora imprecisato il numero) di tanti migranti.

«Non vogliamo che la nostra umanità anneghi nel mare dell’indifferenza» ha detto il vescovo iniziando la sua riflessione. La manifestazione è stata caratterizzata da tanti gesti simbolici ed è stata aperta dalla chiamata alla preghiera islamica da parte dell’Imam. Una preghiera comunitaria per stare dalla stessa parte, dalla parte di chi soffre, dei più fragili e per rifiutare odi, vendette e guerra. Il momento più emozionante è stato senz’altro la lettura dei nomi delle vittime e dei dispersi di questo naufragio e la consegna da parte della Croce Rossa Italiana ai bambini presenti di palloncini con sopra scritti i nomi degli sfortunati migranti.

Erano presenti quasi tutti i sindaci della Locride con le fasce tricolori, tanti sacerdoti ed anche il vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, monsignor Attilio Nostro. Invitando tutti al raccoglimento, il vescovo Oliva ha esordito dicendo: «Vogliamo vivere questo momento di preghiera e di riflessione insieme a tutti i poveri, agli esclusi dalla società e ai nuovi crocifissi della storia di oggi, i migranti, in particolare i naufraghi morti, i dispersi, i sopravvissuti alla tragedia, vittime delle nostre chiusure, dei poteri e delle legislazioni, della cecità e dell’egoismo, ma soprattutto del nostro cuore indurito dall’indifferenza». Parole ferme e decise, risuonate sulla testa di tutti, perché ognuno deve ritenersi responsabile di quanto continua ad accadere sulle nostre coste.

Nel 2023 si sono contate 8565 persone morte nei viaggi della speranza: il dato più alto dal 2016, ma questa volta non contano le statistiche e i numeri anonimi e senza volti; nella serata di Roccella sono stati ricordati nomi e luoghi, «perché ognuno – ha detto il vescovo- è un pezzo dell’unica e irripetibile immagine di Dio, di quel mosaico straordinario». Ogni uomo è chiamato a coltivare il sogno di un mondo diverso «dove a tutti è riconosciuto il diritto di vivere in pace nella propria terra, come anche il diritto di partire e di andare altrove» e monsignor Oliva ha tracciato una sorta di decalogo per questo auspicato «mondo diverso».

Nell’esprimere gratitudine verso quanti sono impegnati nelle opere di salvataggio con abnegazione e coraggio, monsignor Oliva ha rimarcato che «La preghiera ci aiuta a non abituarci a queste tragedie, a vergognarci della nostra durezza di cuore». La fiaccolata per il naufragio ha fatto quattro tappe prima di raggiungere il Porto delle Grazie; tra i segni più significativi registrati: la Croce portata in processione realizzata con pezzi di un peschereccio approdato nella Locride, consegnata dalla Guardia Costiera di Siderno alla diocesi come segno di condivisione; il lenzuolo bianco offerto all’Imam come gesto di preghiera e purificazione, l’accensione delle fiaccole, l’abbraccio con la persona che stava accanto e la preghiera ecumenica, con la partecipazione anche del religioso ortodosso, padre Nilo Vatopedinos. Quindi, nell’area sbarchi, la deposizione da parte dei ragazzi di un fiore per ogni vittima, prima dei saluti conclusivi e della benedizione.

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