L'intervento di Liliana Carbone
1 minuto per la letturaSAN LUCA (REGGIO CALABRIA) – Una marcia fino a Pietra Cappa, nel cuore dell’Aspromonte e nel comune di San Luca, per ricordare Lollò Cartisano e tutte le vittime innocenti della ‘ndrangheta.
Dal 2003 si percorrono i passi che un pentito descrisse per permettere alle forze dell’ordine di trovare le spoglie del fotografo di Bovalino, sequestrato il 22 luglio 1993, dopo aver accolto l’appello della figlia Deborah che per dieci anni, il giorno della scomparsa del padre, continuò a chiedere ai rapitori di indicare almeno il luogo in cui lo avevano seppellito.
Dopo il ritrovamento del corpo di Lollò Cartisano, quel luogo divenne simbolo di una memoria che andava custodita e rinnovata. E anche quest’anno i familiari delle vittime innocenti insieme a studenti e associazioni, hanno percorso i “Sentieri della Memoria”, per rinnovare il ricordo di chi è stato strappato alla vita dalla violenza mafiosa.
Liliana Carbone (GUARDA IL VIDEO), mamma di Massimiliano, il ragazzo di Locri vittima di un agguato il 17 settembre del 2004 mentre tornava con il fratello Davide da una partita di calcetto, lungo la strada verso il Pietra Cappa ricorda le vittime più giovani, bambini e ragazzi, come Gianluca Canonico, Paolo Rodà e Mimmo Zappia, uccisi per errore mentre giocavano o tornavano da scuola.
Massimiliano Carbone morì sette giorni dopo il suo ferimento. La sua colpa più grave fu quella di essersi innamorato della donna sbagliata. La madre Liliana dal giorno della sua scomparsa non ha mai smesso di chiedere verità e giustizia.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA