La Questura di Reggio Calabria
2 minuti per la letturaREGGIO CALABRIA – L’indagine denominata Libro Nero messa a segno a Reggio Caalbria contro il clan Libri (LEGGI LA NOTIZIA) che ha portato all’arresto, tra gli altri, anche dei consiglieri regionali Seby Romeo e Alessandro Nicolò, ha svelato come diversi imprenditori e anche politici fossero, secondo gli inquirenti, completamente al servizio della cosca Libri.
«Affermati imprenditori e politici locali e regionali – dicono gli investigatori – erano asserviti totalmente alle volontà» dei Libri «in qualità di soggetti intranei o concorrenti esterni».
In particolare, l’inchiesta ha accertato che nel corso degli anni i Libri avrebbero favorito alcuni imprenditori, apparentemente estranei a qualsiasi contesto mafioso ma in realtà coinvolti nelle dinamiche dell’organizzazione alla quale «partecipavano attivamente». Imprenditori che, dicono ancora gli investigatori, assecondando da un lato le strategie d’investimento decise dalla cosca e ricevendo dall’altro importanti finanziamenti occulti, «hanno assunto posizioni di assoluto rilievo» nei settori di cui si occupavano. Di fatto, godevano della protezione della ‘Ndrangheta e allo stesso tempo la finanziavano.
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Per quanto riguarda il mondo della Politica, poi, la cosca Libri ha convogliato parte del proprio cospicuo bacino di preferenze elettorali Reggio Calabria, nella prospettiva di un maggiore ed efficace sviluppo dei propri interessi criminali,.
Il tutto senza fare distinzioni tra schieramenti politici, nell’ambito di un rapporto basato sul do ut des, destinato a favorire non solo la singola consorteria, ma il sistema ‘ndranghetistico nel suo complesso a prescindere dall’area politica cui veniva rivolta l’attenzione.
Secondo gli inquirenti, quindi, la cosca Libri ha saputo elaborare raffinate strategie finalizzate a consentire l’elezione di persone che potessero agire quali loro preposti negli organismi istituzionali.
Tra queste operazioni figura, secondo la polizia, anche l’ascesa politica fino al Consiglio Regionale di un soggetto politico reggino costantemente supportata, fin dagli inizi, dalla cosca.
Le indagini hanno fornito importanti elementi sulla centralità del ruolo esercitato dalla cosca in occasione delle elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale del novembre 2014. In quella tornata elettorale, la consorteria ha convogliato parte del proprio cospicuo bacino di preferenze elettorali, in cambio di favori, verso un politico di Reggio Calabria poi eletto al Consiglio della Regione.
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