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REGGIO CALABRIA – Tra le carte dell’inchiesta Libro Nero che a Reggio Calabria ha sgominato il clan Libri coinvolgendo anche esponenti di spicco della politica regionale come Seby Romeo e Alessandro Nicolò (LEGGI LA NOTIZIA) emergono particolari agghiaccianti.
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In una intercettazione, infatti, uno degli indagati, Giuseppe Demetrio Tortorella, medico odontoiatra ed ex assessore all’Urbanistica negli anni ’90 del Comune di Reggio Calabria, ai domiciliari da oggi, compara la sua condotta criminale a quella del boss di Cosa Nostra, Totò Riina.
«Sai come ragiono io? – si legge nelle intercettazioni – Sai qual è la differenza fra me e Riina? Che Riina li squaglia, li squaglia nell’acido. Io me li porto a Cannavò. Ho una ‘livara’ (albero d’ulivo, ndr). Li appendo là con una corda e con una scimitarra ogni tanto gli taglio un pezzo e gli metto al cane».
Tortorella, intercettato dagli investigatori, parla con un amico il 13 dicembre 2016 nel suo studio e riferisce di un suo dialogo con l’esponente del Pd Demetrio Naccari Carlizzi che aveva tentato di estrometterlo dalla carica di assessore che ricopriva. Il politico, nel corso della discussione, lo aveva paragonato a Riina e lui se ne era uscito con la frase sull’acido e la scimitarra.
Nel corso del dialogo con l’amico, Tortorella parlando delle doti di Naccari Carlizzi dice che a suo giudizio «è il politico dopo Paolo Romeo», l’ex deputato del Psdi ed avvocato imputato nel processo “Gotha” perché ritenuto il vertice della cupola politico-affaristico-mafiosa che avrebbe condizionato la vita politico-amministrativa della città. In un’altra intercettazione, Tortorella parla anche di Alessandro Nicolò, il consigliere regionale di Fdi arrestato: “ricordati che abbiamo a Nicolò, una cosa nostra nostra, voglio dire, io le lo dico a te Franco per dirti è una cosa nostra cioè non è .. è come a noi va..».
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