INDICE DEI CONTENUTI [Mostra]
Dopo lo scioglimento della Fondazione Alvaro parla l’avvocato Francesca S. Giampaolo, membro del Cda, lontana parente di un Pelle
«La disperazione più grande che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile». La frase (da “Ultimo diario”) è tra le più note di Corrado Alvaro. «Ed è quella che mi è venuta in mente quando ho visto il decreto di scioglimento della Fondazione a lui dedicata». Francesca S. Giampaolo, avvocato, figlia di un sanlucoto, cresciuta a Samo e con studio a Milano, è membra del Cda della Fondazione Corrado Alvaro, appena sciolto con decreto prefettizio della settimana scorsa.
SCIOGLIMENTO FONDAZIONE ALVARO
Come abbiamo riferito, il Prefetto di Reggio Calabria, Clara Vaccaro, ha rilevato una serie di inadeguatezze nel lavoro della Fondazione che non sarebbe riuscita a ottemperare ai suoi compiti e ai suoi stessi progetti. In sostanza, avrebbe fatto troppo poco per far conoscere e celebrare il nome e l’opera del maggiore scrittore calabrese, fra i più grandi in Italia.
La Fondazione ha risposto spiegando come, finché sono arrivati i contributi degli enti fondatori (Regione, Provincia di Reggio Calabria, Unical e comune di San Luca) molte cose furono fatte, compresa una quindicina di edizioni del premio letterario dedicato ad Alvaro che è diventato importante nel panorama nazionale.
Poi, però, (come risulta dai bilanci) i contributi sono venuti a mancare quasi del tutto e le attività (il premio fra queste) sono diminuite di numero e intensità.
«Ma non di qualità. – spiega l’avvocato Giampaolo – In carenza di fondi, abbiamo deciso di dedicare tempo e impegno nella diffusione dei testi e della poetica di Alvaro nelle scuole e nei centri della Calabria. Accorgendoci che era necessario perché, al suo valore riconosciuto dagli studiosi, non corrispondeva altrettanta popolarità tra la gente».
LE ATTIVITÀ EDITORIALI DELLA FONDAZIONE ALVARO
Intanto erano e sono proseguite altre attività editoriali (cura di nuovi volumi) e culturali con il progetto per il “parco letterario” da costituire a San Luca. Negli ultimi mesi, con un piccolo investimento (meno di ventimila euro) acquistato un altro pezzo dell’edificio dove Alvaro visse in modo da rendere più praticabile e accogliente per il pubblico, la sede della Fondazione.
Tutto questo (anche nel passato) è avvenuto mentre, nel consiglio di amministrazione sedeva un rappresentante del Comune di San Luca. Per lunghi periodi, compreso quello attuale, il rappresentante era ed è un commissario prefettizio. Non risulta che abbia mai obiettato questioni di merito limitandosi a interventi di carattere tecnico sugli atti della Fondazione, ma senza sollevare questioni economiche o critiche sulla mancata attività.
IL RUOLO DELL’AVVOCATO GIAMPAOLO NEL CDA DELLA FONDAZIONE ALVARO
L’avvocato Giampaolo compare anche personalmente nel decreto di scioglimento del Cda della Fondazione. Nella parte dedicata alla “scarsa onorabilità” di alcuni membri del cda e a supposti rapporti di parentela con persone legate alle cosche. Di lei si dice che sarebbe “legata per vincoli di affinità alla famiglia di ‘ndrangheta Pelle alias “Gambazza”: «Sì, una sorella di mio padre era sposata con questo Antonio Pelle, morto nel 2009 (io sono entrata nel Cda nel 2020) con il quale non ho mai avuto niente a che fare. Mio padre era incensurato e mi ha insegnato l’amore per gli studi e per Corrado Alvaro. Altro che ‘ndrangheta. E, in effetti, al di là della parentela, il decreto prefettizio non eccepisce nulla nel merito. Non c’è un solo atto della Fondazione, almeno in questo decreto, che venga definito come condizionato dalle cosche.

IL RACCONTO DI GIAMPAOLO
«Io, poi – racconta Giampaolo – sono nata a Locri. Ho vissuto a Samo, in tutt’altro ambiente e sono tornata a San Luca solo negli ultimi anni proprio per impegnarmi nella promozione e conoscenza dell’opera di Corrado Alvaro. Nella mia vita non ho mai avuto rapporti con la ‘ndrangheta e sfido chiunque a dimostrare il contrario».
LA “PASSEGGIATA” PER SAN LUCA
Fin qui i fatti. È possibile che nelle prossime settimane, forse il 15 aprile, i membri del Cda e le persone che non sono d’accordo con lo scioglimento, partecipino a una “passeggiata” per San Luca per ricordare Corrado Alvaro e il suo timore che “vivere onestamente sia inutile”.
LEGGI ANCHE: Fondazione Alvaro, ma siamo certi che il Cda andasse sciolto?
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA