La cerimonia per la targa ricordo a Vercelli
3 minuti per la letturaREGGIO CALABRIA – Un eroe reggino sul fronte Covid che ha affrontato il virus fino all’ultimo respiro onorando la professione e restando al fianco dei suoi pazienti. “Quando il proprio lavoro è rispondere al bisogno degli altri, non ci si tira indietro, anche se il prezzo da pagare è la propria vita”.
E’ la frase incisa sulla targa che riporta il nome di Franco Barillà, uno dei tre medici della provincia di Vercelli morti per Covid, cui è stata titolata la guardia medica dell’ospedale “Sant’Andrea” del grosso centro piemontese.
Una frase che rispecchia in pieno la dedizione professionale e l’animo nobile di Franco Barillà, il medico reggino morto di Covid a soli 62 anni nel dicembre 2020, lavorando davvero fino all’ultimo respiro tra i suoi pazienti ricoverati in terapia intensiva per i devastanti effetti del virus.
Franco Barillà aveva prestato servizio nella Guardia Medica, poi medico del carcere e negli ultimi anni medico di base in alcuni paesi del Vercellese come Arborio, Greggio e Formigliana. La sua scomparsa ha profondamente colpito la cittadinanza vercellese e quella dei paesi limitrofi, e la decisione di Asl Vercelli di intitolare alla sua memoria i locali della Guardia Medica è sembrato a tutti il modo più concreto e giusto per ricordare la sua figura di medico che del giuramento di Ippocrate ne faceva una quotidiana missione tanto da morire sul campo mentre portava conforto ai propri pazienti.
«Franco – ha sottolineato il direttore generale dell’Asl di Vercelli Eva Colombo mentre scopriva la targa – nonostante il virus fosse ancora poco conosciuto, era ben conscio di quanto andava incontro, ma non ha esitato ad operare in condizioni di estremo pericolo per la propria salute. Franco Barillà ha pagato il prezzo più alto per la propria generosità, la propria abnegazione e amore verso il prossimo. E’ con grande orgoglio che desideriamo ringraziare e onorare la memoria di questa persona che ha fatto moltissimo per la collettività e ritengo sia doveroso ricordare sempre il suo operato positivo».
Un medico del quale in tanti ricordano il sorriso ed il carattere solare e gioviale, sempre pronto alla battuta ed al conforto dei propri pazienti. Già i pazienti.
Alla cerimonia, giunta a Vercelli dalla Calabria era presente anche Federica la figlia del medico scomparso, visibilmente emozionata: «Questa iniziativa è motivo di grande soddisfazione per me e la mia famiglia – ha spiegato – perchè è stata promossa non solo dai colleghi ma, soprattutto, dai pazienti di mio padre che, in questi mesi trascorsi dalla sua scomparsa, non hanno mai mancato di manifestare alla mia famiglia tanta vicinanza. E’ stato ricordato come una spalla, un amico, quasi un fratello; si tende a pensare al rapporto che intercorre tra medico e paziente coma a un qualcosa di freddo, distaccato, invece lui sapeva affrontare le situazioni più difficili sempre con un sorriso, un atteggiamento sempre positivo e rassicurante nei confronti del paziente. Fare il medico non era un lavoro, ma una vera e propria missione, sempre con il telefono acceso e sempre disponibile verso chiunque avesse bisogno del suo aiuto”.
Una targa speciale per l’uomo che era Franco e per l’indiscutibile esempio professionale: «Questa targa sia da monito e da esempio per tutti i medici che svolgeranno il lavoro qui alla Guardia Medica – ha aggiunto il presidente dell’ordine dei medici Giordano -. Questo non è solo un momento di ricordo, ma anche di orgoglio».
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