Gioacchino Campolo
1 minuto per la letturaREGGIO CALABRIA – All’età di 82 anni è morto Gioacchino Campolo, l’imprenditore reggino conosciuto come il “Re dei videopoker” e condannato a 16 anni di reclusione in via definitiva per estorsione aggravata dalle modalità mafiose.
Ritenuto vicino alle famiglie mafiose della città dello Stretto, Campolo stava scontando la sua pena ai domiciliari in una struttura sanitaria quando ieri è deceduto a causa delle sue condizioni di salute.
Una decina di anni fa l’imprenditore è stato coinvolto in diverse inchieste, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, nell’ambito delle quali la Procura è riuscita a sequestrare e poi confiscare a Campolo beni per circa 330 milioni di euro. La confisca aveva riguarda alcune società, intestate al “Re dei videopoker” o ai suoi familiari, e circa 260 beni immobili, tra appartamenti, terreni, magazzini adibiti a negozio o deposito, a Reggio Calabria e provincia ma anche a Taormina, Roma e Milano e pure un appartamento a Parigi, in Rue Saint Honorè.
Proprio quest’ultimo immobile, lo scorso aprile, è stato assegnato dal Comune di Parigi a un’associazione che si occupa della tutela delle vittime di violenza. Lo stabile, infatti, faceva parte dell’ingente patrimonio immobiliare riconosciuto di provenienza illecita in conseguenza dei rapporti tenuti da Campolo con le cosche De Stefano e Libri, e per il quale, nel 2017, la Procura di Reggio Calabria aveva chiesto alle Autorità francesi il riconoscimento della decisione di confisca.
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