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Il procuratore generale della Cassazione ha chiesto annullamento parziale della sentenza d’appello del processo “Xenia” che vede coinvolto l’europarlamentare e sindaco di Riace, Mimmo Lucano. La sentenza è attesa in giornata.
ROMA- La vicenda giudiziaria che vede coinvolto il sindaco di Riace e europarlamentare, Mimmo Lucano, si arricchisce di un nuovo capitolo. Oggi, 12 febbraio 2025, è il giorno della Cassazione. Il Procuratore Generale della Cassazione nell’udienza di questa mattina ha chiesto l’annullamento parziale della sentenza di secondo grado. Dunque, secondo, il Pg della Cassazione il processo “Xenia” dovrebbe ritornare una nuova Corte d’Appello di Reggio Calabria.
La richiesta è stata avanzata nel corso della discussione del ricorso presentato dalla Procura generale di Reggio Calabria contro la sentenza della Corte d’appello che, nell’ottobre 2023, aveva ridotto drasticamente la condanna di Lucano da 13 anni e due mesi a un anno e sei mesi di reclusione. Il ricorso della Procura generale non riguarda i reati di associazione per delinquere, peculato e falso, per i quali l’assoluzione di Lucano è ormai definitiva, ma si concentra sugli episodi di truffa aggravata, abuso d’ufficio e un falso contestato all’europarlamentare. In particolare, il Pg ha chiesto l’annullamento della sentenza nella parte relativa alla decisione dei giudici di secondo grado sull’inutilizzabilità delle intercettazioni.
Anche i legali di Lucano, gli avvocati Andrea Daqua e Giuliano Pisapia, hanno presentato ricorso contro la sentenza d’appello, chiedendo l’annullamento della condanna per il singolo episodio di falso. Al termine della discussione, i giudici della seconda sezione della Cassazione si sono ritirati in camera di consiglio. La sentenza della Cassazione su Lucano è attesa in giornata.
È il 4 ottobre del 2017 l’inizio del procedimento denominato Exnia. Precisamente quando la Guardia di Finanza di Locri notifica a Lucano un’informazione di garanzia. Le Fiamme Gialle, coordinate dalla Procura della Repubblica di Locri indagarono su presunti illeciti nei progetti di accoglienza di Riace.
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