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Omicidio Mormile, condannati a sette anni i due pentiti accusati di concorso in omicidio nell’agguato di ‘ndrangheta


MILANO – I pentiti Salvatore Pace e Vittorio Foschini sono stati condannati questa mattina dal gup del tribunale Marta Pollicino a 7 anni per il concorso nell’omicidio di Umberto Mormile, l’educatore del carcere di Opera ucciso a 34 anni in un agguato di ‘Ndrangheta l’11 aprile del 1990 a Carpiano, nel Milanese.
“Siamo molto soddisfatti, perché sembra finalmente delinearsi lo scenario della verità. Cioè che Umberto Mormile era un fedele rappresentante delle istituzioni, la cui memoria è stata infangata proprio per nascondere le relazioni criminali tra Domenico Papalia e pezzi dello Stato”. Commenta così all’Adnkronos l’avvocato Fabio Rapici, legale di Daniela, Stefano e Nunzia Mormile, rispettivamente figlia e fratelli della vittima. Per ciascuna delle tre parti civili il giudice ha previsto una provvisionale di 100mila euro.

La gup ha riconosciuto per Pace e Foschini le attenuanti generiche, equivalenti all’aggravante, e l’attenuante speciale per la collaborazione. “Devo dedurre che se lo ha fatto, ha ritenuto attendibili le dichiarazioni di Foschini. Il quale ha riferito che Umberto Mormile fu ucciso perché aveva scoperto i contatti tra Domenico Papalia e i servizi segreti. Ed era questo il motivo per cui i servizi segreti avevano sollecitato a Papalia la sua uccisione”, spiega l’avvocato Repici. Il legale si augura che con le motivazioni della sentenza “finalmente anche a Milano si potrà dare serenamente atto di ciò che è stato già accertato a Reggio Calabria nelle due sentenze di primo e secondo grado del processo ‘Ndrangheta stragista”. Cioè che ”l’omicidio Mormile sia stato commesso al gruppo Papalia su richiesta dei servizi segreti. E con rivendicazione a nome della Falange armata ordinata dai servizi ai Papalia”.

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