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Operazione Gallicò contro la ‘ndrangheta dell’antimafia di Reggio Calabria, 18 misure cautelari eseguite da polizia e carabinieri 40 gli indagati
REGGIO CALABRIA – La polizia e il comando provinciale dei carabinieri di Reggio Calabria in una operazione congiunta, a conclusione delle indagini coordinate dalla procura distrettuale della Repubblica di Reggio Calabria, diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri, hanno dato esecuzione, nell’ambito dell’operazione denominata ”Gallicò”, a due ordinanze di applicazione di misure cautelari nei confronti di 18 persone.
Come fanno sapere in una nota congiunta il Comando Provinciale dei Carabinieri e la Squadra Mobile di Reggio Calabria, durante l’operazione gli inquirenti hanno arrestato in carcere sedici persone, una agli arresti domiciliari e per una il gip ha previsto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Sono tutte accusate a diverso titolo di associazione mafiosa, omicidio, estorsione, usura, detenzione illegale di armi, intestazione fittizia di beni ed altro. Oltre ai destinatari dei provvedimenti cautelari, nei due procedimenti penali risultano indagati complessivamente 40 soggetti.
Contestualmente il gip ha disposto anche il sequestro preventivo di 4 società, tutte con sede a Reggio Calabria, fittiziamente intestate a terzi, ma di fatto nella piena disponibilità degli indagati.
OPERAZIONE GALLICO’, LE INDAGINI SULLA CAPPA MAFIOSA NEL QUARTIERE DI REGGIO
Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile e dalla SISCO della Polizia di Stato e dal Nucleo Investigativo dell’Arma dei Carabinieri hanno permesso di ricostruire dinamiche e assetti del clan di ndrangheta operante nel territorio di Gallico. Gli inquirenti hanno ricostruito il ricorso ad atti intimidatori utilizzati per il controllo del territorio, ma anche un diffuso sistema estorsivo. Tutto realizzato grazie ad una ampia disponibilità di armi e la gestione occulta di diverse imprese economiche. Gli esiti dell’inchiesta hanno consentito di ricostruire le dinamiche riorganizzative interne scaturite dalla necessità di colmare i vuoti di potere determinati dall’arresto di elementi di vertice. Ma anche le modalità di sostentamento ai detenuti, argomento, questo, percepito così rilevante da essere oggetto di corrispondenza tra gli stessi detenuti e gli indagati in libertà.
OPERAZIONE GALLICO’ A REGGIO, L’INDAGINE SULL’OMICIDIO CATALANO
Proprio in relazione al controllo criminale dell’area elementi significativi sono emersi dalle indagini della Squadra Mobile sull’omicidio di Francesco Catalano, avvenuto il 14 febbraio 2019, in relazione al quale è scatta la misura cautelare per Domenico Mariano Corso e Costel Zlatan. L’evento, per come ricostruito dalle indagini, si inserisce proprio nelle dinamiche che hanno caratterizzato – tra il 2017 ed il 2020 – il conflitto per il controllo criminale del quartiere Gallico di Reggio Calabria, a seguito dell’arresto, nel luglio 2018, di Antonino Crupi. In particolare, Catalano ha cercato di assumere il comando di quel territorio entrando in contrasto con Domenico Mariano Corso che, già nel 2018, era assurto a principale referente mafioso nella zona. Da questo conflitto sarebbe scaturito l’omicidio.
Dopo l’omicidio Zlatan ha fatto perdere le sue tracce in Italia, trasferendosi nel Regno Unito, dove oggi è stato rintracciato e arrestato dalle autorità britanniche appositamente attivate tramite il canale I-CAN del Servizio Cooperazione Internazionale di Polizia.
Sempre grazie alle indagini sull’omicidio Catalano la Polizia ha scoperto un giro di prestiti di denaro a tassi usurai in relazione al quale il gip ha disposto la misura cautelare per 5 soggetti. Alcune delle vittime, titolari di esercizi commerciali, avevano fatto ricorso agli indagati per far fronte alle difficoltà finanziarie connesse alla pandemia da COVID-19 e relativo lockdown.
LE ESTORSIONI E I CONDIZIONAMENTI MAFIOSI DELLE ATTIVITA’ ECONOMICHE
Tra le estorsioni contestate agli indagati figurano quelle ai danni dei responsabili di un supermercato del quartiere Gallico, affiliato ad un noto marchio, con l’imposizione di plurime assunzioni prima e successivamente della promozione della moglie di uno degli indagati. Inoltre le indagini hanno portato alla luce presunte infiltrazioni nel settore della panificazione attraverso l’imposizione a rifornirsi di farina da un determinato rivenditore ovvero l’impedimento ad un negozio di frutta di commercializzare pane per evitare di fare concorrenza al panificio di un indagato. Ancora è emerso l’imposizione ad una impresa edile di affidare la posa del ferro ad una impresa segnalata da un indagato.
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