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REGGIO CALABRIA – I carabinieri del Nas di Reggio Calabria, a conclusione di una indagine avviata nel 2020 e conclusa nel 2022, denominata “Archifarm”, hanno notificato un avviso di conclusione indagini emesso dal Procuratore della Repubblica, Giovanni Bombardieri, nei confronti di un farmacista, della società di cui è legale rappresentante e di sei medici del servizio pubblico, operanti nella Piana di Gioia Tauro, individuati come presunti responsabili di truffa in concorso, falso ideologico e gestione non autorizzata di rifiuti.

Le indagini, supportate da attività tecniche di intercettazioni telefoniche, acquisizioni e analisi di prescrizioni mediche e documenti contabili, nonché le testimonianze rese da numerosi pazienti, hanno fatto emergere l’ipotesi della cosiddetta “truffa delle fustelle”, cioé l’emissione di prescrizioni sanitarie per medicinali all’insaputa dei pazienti, per i quali comunque veniva illecitamente richiesto il rimborso al sistema sanitario nazionale.

I carabinieri hanno sentito numerosi pazienti, tra i quali molti anziani con gravi patologie, che dichiaravano di non aver mai assunto i farmaci prescritti dai medici indagati a loro nome, né tanto meno di essersi recati presso il farmacista che ne attestava l’acquisto. Di conseguenza, i carabinieri del Nas hanno sequestrato oltre 2.500 confezioni di farmaci in corso di validità, molti dei quali destinati alla cura delle patologie da contagio Covid-19, trovati abbandonati sul greto del torrente della località Archi di Reggio Calabria, di cui circa la metà riconducibili all’attività posta in essere dagli odierni indagati.

Il gip presso il Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della locale Procura, ha emesso un decreto di sequestro preventivo a carico della farmacia e del rappresentante legale, di circa 20mila euro, pari al danno economico che la presunta truffa avrebbe causato ai danni del Sistema Sanitario Nazionale.

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