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Una veduta aerea di Scilla

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Pasqualino Ciccone

SCILLA (RC) – Il sindaco di Scilla, Pasqualino Ciccone, di 65 anni, è destinatario di un decreto di perquisizione nell’ambito dell’operazione dei Carabinieri “Nuova linea” che stamane ha portato all’esecuzione di 22 misure cautelari chieste dalla Dda di Reggio Calabria.

Ciccone è indagato per scambio elettorale politico-mafioso. I Carabinieri hanno perquisito il suo ufficio al Comune e la sua abitazione.

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Operazione Nuova linea, misure cautelari anche per consigliere e tecnico comunale di Scilla

Ci sono un consigliere comunale e un tecnico del Comune di Scilla (RC) fra i destinatari di misure cautelari emesse dal Gip del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della Dda, ed eseguite stamani dai Carabinieri nell’ambito dell’operazione antimafia “Nuova linea”.

I due sono indagati per rivelazione di segreti d’ufficio e turbata libertà degli incanti, reati aggravati dall’agevolazione mafiosa, in relazione ad alcuni appalti. Il Comune di Scilla, da circa un mese, è sottoposto all’accesso antimafia da parte della prefettura di Reggio Calabria.

Il consigliere comunale indagato è Girolamo Paladino, di 55 anni, mentre il tecnico si chiama Bruno Doldo. Quest’ultimo è attualmente in forza all’ufficio tecnico della Città metropolitana di Reggio Calabria. Per Paladino il gip distrettuale ha disposto gli arresti domiciliari mentre per Doldo la misura dell’interdizione dai pubblici uffici per un anno. Le misure sono state chieste dalla procura distrettuale guidata da Giovanni Bombardieri.

Operazione Nuova linea a Scilla, ecco i reati contestati

Associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsioni in concorso, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, turbata libertà degli incanti, detenzione e porto di armi da fuoco, tentato omicidio, trasferimento fraudolento di valori, tutte fattispecie aggravate dall’agevolazione mafiosa. Queste le accuse formulate a vario titolo a carico di 22 persone destinatarie di altrettante misure cautelari eseguite questa mattina, nelle province di Reggio Calabria, Verona e La Spezia dai carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria.

Operazione Nuova linea, sequestri per oltre un milione di euro

Nell’ambito dell’operazione, denominata “Nuova Linea”, si è proceduto a un decreto di sequestro preventivo di sei società attive nel settore turistico-balneare, nel commercio di prodotti ittici, bevande ed altri prodotti alimentari per un valore complessivo di circa 1 milione di euro.

L’ordinanza di applicazione di misura cautelare è stata emessa dall’ Ufficio del Gip presso il Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, diretta dal procuratore della Repubblica Giovanni Bombardieri.

Nuova linea, estorsioni e forniture imposte ai ristoranti

Sarebbe stato, inoltre, documentato come il sodalizio scillese avesse una notevole disponibilità di armi ed operasse in costante contatto con le altre articolazioni di ‘ndrangheta di Villa San Giovanni e di Bagnara Calabra con particolare riferimento alle attività estorsive. Dalle indagini sarebbero emersi far luce su numerosi fatti estorsivi perpetrati in danno di imprenditori impegnati nell’esecuzione di alcuni lavori edili pubblici e privati.

Ai ristoratori scillesi, in particolare, era imposta la fornitura di prodotto ittici ed altri prodotti alimentari da parte di esponenti della ‘ndrangheta. Sarebbe inoltre emersa l’ingerenza della ‘ndrangheta nella vita politica del Comune di Scilla, la cui attività è oggetto di accesso antimafia, grazie alla complicità di un consigliere comunale e di un tecnico dello stesso Comune. Esponenti del “locale” di ‘ndrangheta di Scilla avrebbero anche messo in atto una manovra di trasferimento fraudolento di valori, finalizzata a schermare i capitali aziendali da ulteriori provvedimenti di prevenzione patrimoniale, agevolata dai contatti con l’Amministrazione comunale, che ha facilitato le concessioni demaniali relative alla gestione dei lidi balneari nei confronti di prestanome.

Operazione Nuova linea, le articolazioni su Bagnara Calabra

L’attività investigativa, sebbene incentrata sull’operatività della ‘ndrangheta sul territorio di Scilla, avrebbe consentito di ricostruire l’esistenza dell’articolazione criminale anche sul territorio di Bagnara Calabra che, oltre ad essersi resa protagonista di condotte estorsive, ha reso palese ai consociati il controllo totale del territorio, organizzando azioni delittuose e accordando “protezioni” ai commercianti di Bagnara Calabra. I decreti di sequestro preventivo riguardano sei società attive nel settore turistico – balneare, nel commercio di prodotti ittici, bevande ed altri prodotti alimentari.

Operazione Nuova linea, la cosca Nasone-Gaietti nel mirino della Dda di Reggio

Il provvedimento, secondo quanto reso noto, costituisce l’esito di una complessa ed articolata attività investigativa, avviata dal 2021 dai carabinieri del Reparto Operativo del comando provinciale di Reggio Calabria, ed avrebbe permesso di ricostruire la persistente operatività della ‘ndrangheta sui territori di Scilla, Villa San Giovanni e Bagnara Calabra. Per quanto concerne il territorio di Scilla, l’indagine ha fotografato l’attuale operatività della cosca “Nasone-Gaietti”, la cui esistenza – sostengono gli inquirenti – costituisce “un dato ormai assodato”, in eseguito ai processi “Cyrano”, “Alba di Scilla” e da “Lampetra”.

La Nuova linea di ‘ndrangheta a Scilla consacrata dagli Alvaro di Sinopoli

Dall’indagine odierna sarebbe emersa la figura centrale di un indagato, il quale, rimesso in libertà nel novembre 2018 e sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale, avrebbe assunto il ruolo direttivo in seno al sodalizio di ‘ndrangheta “Nasone-Gaietti”, attivo sul territorio di Scilla, ricevendo la “consacrazione” della potente cosca Alvaro di Sinopoli, costituendo una “nuova linea” di ‘ndrangheta e un nuovo assetto criminale nel territorio scillese.

In tale contesto, a partire dagli inizi del 2021 si sono registrate, in seno al sodalizio scillese, una serie di contrasti tra gli affiliati legati alla “nuova linea” di ‘ndrangheta ed altri sodali, indicati come “quelli della piazza”, facenti capo a esponenti storici della cosca Nasone: i contrasti avrebbero riguardato per lo più la gestione operativa delle attività estorsive ai danni di imprenditori ed operatori economici.

L’organizzazione criminale scillese ha, infatti, posto in essere una pluralità di condotte estorsive nei confronti di imprenditori coinvolti nell’esecuzione di lavori pubblici, nonché nei confronti di esercizi commerciali, mediante l’imposizione della fornitura di prodotti commercializzati da imprese occultamente governate da alcuni appartenenti al medesimo sodalizio. Due degli indagati, avvalendosi della forza intimidatoria della storica ‘ndrina Nasone-Gaietti, con minacce esplicite, avrebbero costretto un ristoratore di Scilla ad acquistare le forniture di pesce da una delle imprese sequestrate.

Al Comune di Scilla commissione d’accesso dal 9 agosto scorso

Si è insediata il 9 agosto scorso a Scilla, la commissione d’accesso antimafia chiamata a verificare l’esistenza di infiltrazioni della ‘ndrangheta nell’ente. A renderlo noto sui social era stato lo stesso sindaco Pasqualino Ciccone, ora indagato per scambio elettorale politico-mafioso.

Il Comune del Reggino era già stato commissariato, nel marzo del 2018, sempre per presunte infiltrazioni mafiose. Sindaco, anche allora, era Ciccone, rieletto in occasione delle amministrative del 2020 con una lista civica. «Notizia terribile – aveva scritto Ciccone commentando l’insediamento della commissione – che non avrei mai voluto dare a coloro i quali mi hanno sostenuto nel mio percorso di rilancio della città di Scilla».

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Stefano Mandarano

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