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REGGIO CALABRIA – “Il fatto non sussiste”. Il Tribunale penale di Reggio Calabria ha assolto con formula ampia da accuse di abuso d’ufficio e tentata truffa Giuseppe Gentile, già presidente dell’Asi (oggi Corap), e gli ex componenti del comitato direttivo Nicola Gargano e Rocco Albanese (oggi assessore comunale ai Lavori pubblici).
Si conclude, dopo una decina d’anni, con l’affermazione della piena legittimità dell’operato degli ex amministratori del Consorzio Asireg la vicenda giudiziaria innescata da numerose denunce di Enzo Sergi che lamentava la sua mancata nomina a direttore generale dell’Asi.
È stata accolta dal collegio presieduto da Cristiana De Pasquale (e composto, inoltre, da Greta Iori e Carla Costantino) la tesi difensiva incentrata sulla valutazione, ritenuta oggettiva, dei titoli posseduti da Pasquale Borgese e compiuta nel pieno possesso delle funzioni del comitato, che il denunciante sosteneva fosse decaduto all’epoca della nomina. Tesi, quelle del denunciante, smentite, secondo la difesa, dalle circostanze emerse dal dibattimento, compresa un’ipotesi di tentata truffa relativa al rialzo dei prezzi (peraltro revocato con una delibera) dei terreni dell’Asi a Rosarno oggetto di espropriazione.
Il comitato direttivo, dunque, era pienamente legittimato a nominare Borgese i cui titoli erano superiori a quelli indicati da Sergi, né si configurava la tentata truffa perché l’azione del consorzio era volta alla tutela degli interessi dell’ente.
Secondo l’accusa, la tentata truffa consisteva nel tentativo di indurre in errore l’ente in relazione alla somma ingiustificata per un’indennità di esproprio di gran lunga superiore rispetto al valore di mercato anche se su proposta dello stesso Borgese il valore fu riportato all’originario prezzo. Il pm, cambiato più volte in udienza, aveva chiesto un anno di reclusione ciascuno per tutti gli imputati ma i giudici hanno evidentemente condiviso le conclusioni a cui sono giunti gli avvocati Carmelo Chirico (per Gentile), Filippo Italiano (per Gargano) e Pasquale Foti (per Albanese) ritenendo prive di fondamento le accuse.
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