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REGGIO CALABRIA – Ci sarebbe una audio cassetta – afferma un collaboratore di giustizia che sostiene di averlo sentito dire da un compagno di cella – in cui sarebbe stato registrato un incontro tra Silvio Berlusconi e l’ex latitante della ‘ndrangheta Pasquale Condello, detto il “Supremo”. Un incontro al quale avrebbero partecipato anche l’ex sottosegretario alla Giustizia Giuseppe Valentino ed esponenti dei servizi segreti.
Ad affermarlo è stato, deponendo in videoconferenza, il collaboratore di giustizia Antonino Parisi, che ha specificato comunque di non avere ascoltato il contenuto della cassetta, durante il processo «’Ndrangheta stragista» in corso davanti la Corte d’Assise d’appello di Reggio Calabria e che vede imputati il boss di Brancaccio Giuseppe Graviano e Rocco Santo Filippone, ritenuto espressione della cosca Piromalli di Gioia Tauro. Entrambi, in primo grado, sono stati condannati all’ergastolo, per l’omicidio dei carabinieri Antonino Fava e Vincenzo Garofalo, uccisi nel 1994 sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria all’altezza dello svincolo di Scilla.
Rispondendo alle domande del procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo, il pentito ha confermato in aula il contenuto di un interrogatorio reso nel 2013 quando consegnò al magistrato un foglio con gli appunti di ciò che gli sarebbe stato riferito in carcere dal compagno di cella, Vittorio Ierinò. Quest’ultimo, stando al racconto di Parisi, gli avrebbe parlato anche di una audio cassetta con all’interno una registrazione.
«Stiamo parlando di Vittorio Ierinò, detto Manigghia. Io – ha detto Parisi – quella cassetta non l’ho mai avuta in mano. L’hanno registrata in una casa nel quartiere Archi di Reggio Calabria, nella casa in cui si nascondeva un latitante. Non so di preciso dove. I soggetti registrati, mi è stato riferito, erano Berlusconi e persone dei servizi segreti e della ‘ndrangheta. Questo foglio me l’aveva dato Vittorio Ierinò, dicendomi che lui era in possesso di questa cassetta».
«Vittorio Ierinò – ha aggiunto Parisi – voleva collaborare con l’ex Procuratore aggiunto di Milano Armando Spataro e gli hanno detto di scrivergli una lettera. Lui aveva paura di questo e quindi ha scritto questo foglio e l’ha dato a me. Lui era consapevole che l’avrei dato e infatti l’ho dato al dottore Lombardo. Mi ricordo che c’era una collusione tra Stato e ‘ndrangheta, che si parlava di Pasquale Condello, di appalti, che dovevano prendersi un tot per cento. Berlusconi diceva di si».
Ierinò avrebbe raccontato a Parisi della riunione in cui “c’era Berlusconi, dei servizi segreti, di nomi e cognomi. Si parlava di politica e di questioni un pò più gravi. In questa cassetta è tutto registrato. Mi ha detto che era una cassetta di quelle piccole. In questa cassetta c’era Berlusconi che ordinava alla ‘ndrangheta tutto quello che doveva fare. Anche eliminare delle persone. C’è tutto in quella cassetta. C’è proprio la sua voce, lui che parla. C’erano quelli dei servizi segreti, c’erano persone importanti. E c’era Valentino. C’era anche una donna dei servizi segreti, Berlusconi e Pasquale Condello, che ha preso gli incarichi lui”.
Secondo il pentito, Condello avrebbe detto che «per tutto quello che diceva Berlusconi, l’incarico resta mio. Credo che in quella cassetta ci sia il contenuto di un’altra riunione che dopo hanno fatto a Roma nella casa di Berlusconi. E ci sono andati anche alcuni latitanti là. Almeno questo è ciò che mi diceva Vittorio Ierinò».
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