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COSENZA – C’è un capitolo significativo nell’inchiesta “Inter nos” che ha portato alla luce trame e raggiri dietro alcuni appalti della Sanità reggina.
Un capitolo che va pure aldilà dell’aspetto giudiziario, strettamente relativo ai reati ipotizzati dagli inquirenti. Riguarda l’emergenza Covid in cui si svolgono alcuni comportamenti osservati dai pm per esigenze investigative.
Per esempio, colpisce l’utilizzo di una semplice “pompetta” per le operazioni di disinfestazione per prevenire la diffusione del coronavirus. E ciò, evidentemente, deve aver colpito pure i magistrati che, nella richiesta e nell’ordinanza cautelare, riguardante i 17 indagati, hanno descritto e stigmatizzato certe condotte.
“Peraltro, a fronte di ciò, le emergenze sono costellata di riferimenti al profilo del tutto conciliante” di chi avrebbe dovuto vigilare sulla corretta attività di bonifica di determinati luoghi e verificare la “qualità del servizio reso” “della conformità dello stesso rispetto alle previsioni contrattuali”.
Il gip si sofferma su tale questione nella ricostruzione accusatoria. Chi aveva la responsabilità di controllare l’attività di sanificazione, così importante e delicata in piena pandemia, non si sarebbe “limitato ad omettere di vigilare diligentemente sull’andamento dell’effettuazione del servizio” ma avrebbe “mantenuto un profilo di connivenza attiva che certamente ha rafforzato gli indagati nel loro proposito fraudatario in danno dell’Asp e della comunità territoriale tutta”.
“Per esempio – annota il giudice per le indagini preliminari, riportando poi spezzoni di intercettazioni – nell’atto di pianificare gli interventi di pulizia straordinaria e sanificazione connessi all’insorgenza dell’emergenza sanitaria da Covid 19, oggetto della estensione del contratto deliberato nell’aprile 2020, i sodali, già intenzionati ad effettuare tali servizi in termini, difformi a quanto previsto dal contratto, con assoluta contrazione di risorse, mezzi e personale da impiegare, al deliberato proposito di contenere al minimo i costi (sicuramente costa meno comprare una pompetta anziché di fare e mettere la squadra) lucrando al massimo sui, profitti da conseguire”.
Il gip elenca pure un altro frammento di conversazione captata: “perché per andare a fare solo (simula uno spruzzo con la booca)…e se ne vanno… é mezz’ora…hai capito? Quindi ne possono fare venti, a noi ci conviene, se noi ci aggiustiamo…per dire gli mettiamo, un esempio, ne fauno venti”. E ancora: “ma quale squadra…il cazzo….che cazzo dici la squadra…sì…e quanto ci costa per partire tutti i giorni…”.
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