1 minuto per la lettura
REGGIO CALABRIA – Pene fino a 20 anni di carcere sono state chieste oggi in aula bunker dal sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria Diego Capece Minutolo nell’ambito del processo «Cassa continua», nato da un’inchiesta dei carabinieri contro una cellula della cosca Labate.
Agli imputati che hanno scelto il rito abbreviato la Procura contesta a vario titolo i reati di associazione mafiosa, estorsione, detenzione di armi e trasferimento fraudolento di valori.
Al termine della requisitoria, la condanna più pesante, 20 anni di reclusione, è stata auspicata per Antonio Laurendi ritenuto il braccio destro di Pietro Toscano.
Secondo le indagini, coordinate dal procuratore Giovanni Bombardieri e dai pm Diego Capece Minutolo e Stefano Musolino, l’imputato Laurendi avrebbe stabilito «le strategie criminali» del gruppo e avrebbe amministrato la «cassa comune del sodalizio» individuando le attività imprenditoriali da acquisire tramite fittizie intestazioni. Inoltre, avrebbe mantenuto i contatti con gli esponenti delle altre famiglie mafiose.
Il pm ha chiesto 15 anni di carcere per Francesco Toscano e 14 anni per Paolo Falco e Massimiliano Latini. Due anni e 8 mesi di reclusione, infine, sono stati chiesti per Demetrio Cassalia, Vincenzo Laurendi e Antonino Ventura.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA