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Maria Carmela Longo

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REGGIO CALABRIA – Il gip di Reggio Calabria Domenico Armaleo ha revocato gli arresti domiciliari per l’ex direttrice del carcere, Maria Carmela Longo, arrestata il 25 agosto scorso (LEGGI) con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, e in particolare per aver favorito in carcere boss e loro sodali. Gli arresti domiciliari sono stati sostituiti con la sospensione dalle funzioni per un anno. La Procura aveva espresso parere favorevole all’istanza.

Longo, che fino al suo coinvolgimento nell’inchiesta dirigeva la Sezione femminile del carcere romano di Rebibbia, poco dopo l’arresto si è difesa nel corso dell’interrogatorio di garanzia respingendo ogni accusa. «La mia gestione del carcere – aveva spiegato ai giudici Longo, assistita durante l’interrogatorio dall’avvocato Giacomo Iaria – non ha inteso creare corsie preferenziale a favore di alcuno ma ha solo cercato di puntare alla funzionalità dell’istituto e mai, in nessun caso, a vantaggi personali».

L’ex direttrice ha assicurato, inoltre, di avere sempre parlato con trasparenza agli organi superiori ed al vertice del Dap (Dipartimento amministrativo penitenziario) “ricevendo a più riprese conferme e apprezzamenti tali da essere proposta nel ruolo di vicecapo del dipartimento del Dap (incarico rifiutato per motivi personali). La disponibilità e l’impegno a favore di tutti i detenuti, aveva spiegato ancora la Longo, sarebbe stata quindi apprezzata dai vertici del Dap che in più occasioni ed a più riprese ne sarebbero stati entusiasti tanto da proporla ad un ruolo apicale.

L’inchiesta che ha portato all’arresto, condotta dal Nucleo investigativo centrale del Dap, ha svelato quella che i pm definiscono «una sistematica violazione delle norme dell’ordinamento penitenziario e delle circolari del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria». Stando sempre alla ricostruzione della Dda, Maria Carmela Longo «concorreva al mantenimento ed al rafforzamento delle associazioni a delinquere di tipo ‘ndranghetistico».

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