Carabinieri del Ros
2 minuti per la letturaREGGIO CALABRIA – C’è anche l’accusa di avere favorito un latitante della ‘ndrangheta tra quelle mosse nell’ambito dell’operazione dell’operazione “Ponente Forever” dai Carabinieri del Ros e dalla Gendarmeria nazionale francese. Al centro delle indagini ci sono alcune cosche del Reggino, da tempo radicate tra Italia e Francia.
Decine di arresti sono stati effettuati questa mattina contestando i reato di traffico di stupefacenti, armi e riciclaggio nonché per il favoreggiamento, appunto, di un latitante appartenente alla ‘ndrangheta. Effettuate anche decine di perquisizioni e numerosi sequestri di beni.
L’operazione ha portato alla luce una rete criminale attiva nel traffico di armi e droga tra Italia e Francia, Belgio e Olanda, facendo scattare 46 provvedimenti ristrettivi per altrettante persone e il sequestro di beni per un valore di 900mila euro tra Italia e Francia.
Nella mattinata di oggi sono così scattati i provvedimenti di custodia cautelare, emessa dal tribunale di Genova su richiesta della locale procura, a carico di 14 persone, indagate per diversi reati tra cui detenzione e traffico di armi e sostanze stupefacenti, fabbricazione e possesso di documenti d’identità falsi e procurata inosservanza di pena aggravate dalla modalità mafiosa per aver agevolato la latitanza di un affiliato alla ‘ndrangheta. Oltre ai fermi, è stato eseguito il sequestro preventivo di beni per circa 300mila euro; 32 invece i provvedimenti restrittivi emessi dalle autorità francesi con le accuse di banda armata, associazione finalizzata all’importazione ed esportazione di stupefacenti e armi, riciclaggio e rapina.
Gli arresti e le misure cautelari arrivano al termine di una lunga indagine condotta, dapprima dai carabinieri di Genova e poi, in sinergia con le autorità francesi, nell’ambito di una Squadra Investigativa Comune (S.I.C.) costituita nel 2019, con il coordinamento di Eurojust e del magistrato di collegamento francese, dalla Procura di Genova, Direzione distrettuale antimafia e e dal Jirs (Juridictions intérregionales spécialisées) di Marsiglia.
Al centro delle indagini due personalità criminali di spicco: Carmelo Sgrò, legato, anche da vincoli parentali, alla cosca Gallico di Palmi (Rc) e un narcotrafficante francese in rapporti con la famiglia Magnoli di Gioia Tauro, da anni insediata in Costa Azzurra.
In particolare, le indagini del Ros, avviate nel 2018, hanno permesso di documentare numerose operazioni di traffico di droga (cocaina, hashish e marijuana) e armi (tra cui anche anche armi guerra come Skorpion e Ak-47) tra Sgrò e il criminale francese, rispettivamente a capo delle reti operanti in Liguria e Costa Azzurra, con propaggine in Belgio e Olanda.
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