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REGGIO CALABRIA – Cinque persone sono state arrestate dagli agenti della Squadra Mobile di Reggio Calabria con l’accusa di aver tentato di rapinare un furgone portavalori con l’uso di armi, divise della Polizia di Stato e tute di operatori addetti alla raccolta di rifiuti.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, armati e travestiti da poliziotti e dipendenti della società Avr che si occupa della raccolta dei rifiuti, erano pronti a rapinare un furgone portavalori che avrebbe dovuto ritirare l’incasso del Centro Commerciale Le Ninfee e consegnare 160 mila euro alla filiale di una banca.
In manette sono finiti: Claudio Amato, di 31 anni, Marco Venuti (27),
Pietro Cristian Scarmozzino (24), Oberto Alessandro Mirandoli (35) e Domenico Condello (27). A loro sono contestati i reati di tentata rapina, detenzione e porto illegale di armi e riciclaggio di auto rubata.
I fatti risalgono al 9 settembre scorso e sono stati ricostruiti dagli investigatori della Squadra mobile, coordinati dal procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni e del sostituto Alessandro Moffa che hanno accertato che gli indagati erano pronti a compiere la rapina. A segnalare la circostanza furono agenti di scorta ad un magistrato della locale Dda, i quali informarono la Questura.
All’arrivo di una volante in due si diedero alla fuga, facendo perdere le loro tracce. All’individuazione dei cinque arrestati gli investigatori sono giunti con l’esame di tutte le immagini registrate dai numerosi sistemi di video sorveglianza presenti. Inoltre, sono state sentite alcune persone presenti come i responsabili del Centro Commerciale e della sicurezza della banca ed effettuate numerose perquisizioni domiciliari allo scopo sia di ricostruire la dinamica dei fatti, sia di individuare e identificare gli autori della tentata rapina.
Dalla visione delle immagini è stato possibile ricostruire che i quattro soggetti ripresi mentre parlavano tra di loro, erano rimasti per circa un’ora e mezza (dalle 7,30 alle 9) nelle immediate vicinanze del centro commerciale, nel punto in cui sarebbe giunto, di lì a poco, il furgone portavalori. Il quinto arrestato, secondo quanto emerso, avrebbe atteso i complici poco distante fornendo loro la sua auto personale per consentire che si allontanassero.
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