Il tribunale di Palmi
2 minuti per la letturaPALMI (REGGIO CALABRIA) – I giudici della Corte d’assise di Palmi, presieduta dal giudice Silvia Capone, hanno condannato all’ergastolo Francesco Barone, di 25 anni, di Rosarno, con l’accusa di avere ucciso la madre Francesca Bellocco dopo avere scoperto che aveva una relazione extraconiugale.
La vittima, scomparsa nell’agosto del 2013 (LEGGI LA NOTIZIA), a 43 anni e della quale non è stato trovato il corpo, era figlia del defunto boss di ‘ndrangheta Pietro Bellocco. L’omicidio, per l’accusa, sarebbe stato commesso il 18 agosto 2013 dopo che Barone, che allora aveva appena 21 anni, aveva scoperto la mamma insieme a Domenico Cacciola, ritenuto ai vertici dell’omonima cosca federata ai Bellocco.
L’uomo, allora 59 enne suocero di Giuseppina Multari la testimone di giustizia che con le sue dichiarazioni fece aprire un’altra breccia nell’ermetica famiglia rosarnese, sarebbe riuscito a fuggire, ore dopo provò a contattare la donna senza riuscirci, e da quel giorno è sparito ma nessuno ne ha denunciato la scomparsa. Barone è stato arrestato il 15 aprile 2015 (LEGGI LA NOTIZIA DELL’ARRESTO DI FRANCESCO BARONE) in esecuzione di un’Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere emessa dal Gip presso il locale Tribunale di Reggio Calabria Antonino Laganà su richiesta della Dda di Reggio Calabria.
Un testimone ha raccontato di avere visto arrivare la mattina dopo un’auto con 3 persone armate e mascherate. Ad attenderli c’era Barone che si pose alla testa di un commando di sicari che entrò in casa con loro. Poi il testimone sentì la donna gridare “Pirdunatimi!”.
Tre giorni dopo il figlio ne denunciò la scomparsa.
Barone dunque viene ritenuto responsabile, in concorso con altri soggetti, del delitto di omicidio della madre e dell’occultamento del suo cadavere, detenzione e porto di armi comuni da sparo, commessi con metodo mafioso ed al fine di agevolare la potente cosca Bellocco di Rosarno.
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