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REGGIO CALABRIA – Sette anni dopo registra un altro punto fermo l’inchiesta giudiziaria sulla strage di Duisburg, la cittadina tedesca in cui, il giorno di Ferragosto del 2007, furono uccise sei persone, episodio culminante della faida di San Luca tra i Nirta-Strangio ed i Pelle-Vottari. La Corte d’assise d’appello di Reggio Calabria ha confermato la condanna all’ergastolo per Giovanni Strangio, ritenuto l’ideatore ed uno degli esecutori materiali della strage. Carcere a vita confermato anche per altri cinque imputati accusati di alcuni omicidi compiuti anche questi nell’ambito della faida di San Luca: Giuseppe Nirta, detto ‘Peppe u versu’; Francesco Pelle, detto ‘Ciccio Pakistan’; Francesco Nirta; Sebastiano Vottari, detto ‘il Professore’, e Francesco Vottari, detto ‘Ciccio u Frunzu’. 

Perno centrale del processo svoltosi davanti ai giudici d’appello reggini era, comunque, la strage di Duisburg. L’episodio più clamoroso e sanguinario nella storia pure terribilmente drammatica della ‘ndrangheta. Davanti al ristorante «da Bruno», nel centro della cittadina tedesca, furono uccisi Sebastiano Strangio, di 39 anni, titolare del locale; i fratelli Francesco e Mario Pergola, di 20 e 22 anni, che lavoravano nel ristorante; Marco Marmo, di 25; Tommaso Venturi, di 18, e Francesco Giorgi, di 17. Le vittime della strage, escluso i fratelli Pergola, erano ritenuti dagli investigatori appartenenti o vicini alla cosca Pelle-Vottari, contro il quale si abbatté la vendetta della cosca rivale, raggiungendoli fino alla lontana Germania, dove si trovavano chi per motivi di lavoro e chi per «cambiare area», pensando erroneamente in questo modo di sentirsi al sicuro. Pene ridotte dall’ergastolo a, rispettivamente, 14 e 12 anni nei confronti del presunto boss Gianluca Nirta e di Sebastiano Romeo. I giudici d’appello hanno poi confermato le condanne a 12 e 9 anni inflitte in primo grado, rispettivamente, ad Antonio Pelle e Sonia
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