Una riunione della Conferenza episcopale calabra
2 minuti per la letturaREGGIO CALABRIA – Funerali, matrimoni e altre celebrazione sacramentale sono sospese anche in tutta la Calabria almeno fino al tre di aprile. In pratica «non è consentita negli edifici di culto alcuna cerimonia religiosa pubblica». Solo in casi di dimostrata necessità e urgenza «qualora secondo il discernimento oculato dei parroci non sia possibile il loro rinvio» alcune celebrazioni sacramentali si potranno celebrazione ma porte chiuse e con la presenza dei soli familiari.
Anche la Conferenza Episcopale Calabra, dunque, al fine di prevenire il pericolo di contagio da coronavirus si adegua alle disposizioni del decreto emanato sabato dal Presidente del Consiglio dei Ministri.
Una decisione sofferta che i vescovi hanno dovuto applicare anche come da indicazioni della Cei. Le chiese resteranno però aperte per le preghiere private dei fedeli purché siano sempre rispettate le misure igienico-sanitarie e la distanza di sicurezza «di almeno un metro tra i presenti».
Fino al 3 aprile 2020 o almeno fino a nuove indicazioni i funerali si svolgeranno «esclusivamente con la benedizione della salma nelle cappelle a ciò adibite» dunque, al cimitero o presso altre strutture, o nella casa del defunto e alla sola presenza dei familiari mantenendo sempre, il rispetto «della misura della distanza interpersonale e delle altre misure igienico-sanitarie».
Ed ancora, al punto tre della decisione episcopale calabrese: «esclusivamente in caso di comprovate necessità e urgenza, per tutte le altre celebrazioni sacramentali, qualora secondo il discernimento oculato dei parroci non sia possibile il loro rinvio, svolgere la celebrazione a porte chiuse e con la presenza dei soli familiari e comunque e sempre osservando il rispetto della misura della distanza interpersonale».
Una decisione delicata che la Conferenza episcopale calabrese ha adottato ieri «nel mentre – scrivono- rivolgiamo ogni preghiera al Signore, perché possa aiutare il suo popolo ad affrontare le sofferenze cui è sottoposto ed a non smarrire la fede, che è fonte della nostra speranza e liberazione da ogni angoscia e smarrimento, ritengo doveroso effettuare una ricognizione delle disposizioni normative date, ai fini di una loro interpretazione ed applicazione quanto più possibile omogenea sull’intero territorio calabrese».
Applicando le disposizioni della Conferenza Episcopale Calabra, il vescovo della diocesi di Locri invita i fedeli «a riscoprire il valore della preghiera personale, di quella fatta in casa, specie accanto a chi soffre, a far uso – dice- dei social network che trasmettono a tutti gli orari preghiere e celebrazioni liturgiche».
Monsignor Oliva rivolge il pensiero ad ogni cittadino e in particolare a «quanti operano nel mondo della sanità a contatto con chi soffre, per gli uomini di scienza e di governo perché investano risorse nella ricerca scientifica per trovare misure capaci di fronteggiare il virus che contagia la vita della nostra comunità».
Nel periodo di quaresima, il vescovo di Locri ricorda in conclusione come è «tempo di grazia per scoprire la benevolenza di un Dio che non disprezza nulla di quanto ha creato e – conclude- non abbandona i suoi figli nella tormenta».
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