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Domenico Crea

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RIZZICONI (REGGIO CALABRIA) – Preso dalla Polizia di Stato il latitante Domenico Crea classe 1982.

Crea è considerato il capo della n’drina di Rizziconi, latitante dal 2015 ed inserito nell’elenco del Ministero dell’interno dei latitanti più pericolosi.

GUARDA IL VIDEO DELL’ARRIVO IN QUESTURA DI DOMENICO CREA

Alle prime luci dell’alba, personale della Polizia di Stato della Squadra Mobile di Reggio Calabria, supportato da personale del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine e della Squadra Mobile di Vibo Valentia, ha arrestato nel Vibonese, per la precisione a Santa Domenica di Ricadi, il boss della ‘ndrangheta a capo del gruppo criminale collegato ed imparentato con la potente famiglia Alvaro di Sinopoli.

Crea era latitante dal 2015 quando venne colpito da misura cautelare per i reati di associazione mafiosa, estorsione ed altro a seguito di sentenza di condanna in primo grado a 15 anni di reclusione emessa dal Tribunale di Palmi. Inoltre, lo scorso 4 aprirel è stato condannato a 21 anni per associazione mafiosa ed estorsione.

L’indagine volta alla cattura del latitante è stata avviata dalla Squadra Mobile oltre tre anni orsono con la collaborazione del Servizio Centrale Operativo e sotto la direzione della Procura della Repubblica Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria ed è stata intensificata a seguito della cattura del fratello di Domenico, Giuseppe, avvenuta ad opera della Squadra Mobile di Reggio Calabria il 29 gennaio 2016 (LEGGI LA NOTIZIA SULL’ARRESTO DI CREA) a seguito del quale Domenico ha assunto il ruolo di capo indiscusso della consorteria criminale di Rizziconi.

Nella serata di ieri, a seguito di servizi di osservazione supportati da strumentazione tecnologica altamente sofisticata, si è avuta la certezza della presenza del latitante all’interno di una villetta in Santa Domenica dove è stato arrestato nella prima mattinata odierna. Il latitante era in compagnia della moglie e delle due figlie minori ed è stato trovato in possesso di 5.000 euro in contanti.

Al vaglio la posizione di due coniugi proprietari dell’immobile messo a disposizione della famiglia del latitante.

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