L'operazione dei carabinieri
3 minuti per la letturaREGGIO CALABRIA – C’era anche una Madonna con bambino di scuola napoletana tra i beni rubati ritrovati in una operazione dei carabinieri del Nucleo tutela del patrimonio culturale su delega procura di Reggio Calabria. Tra Reggio Calabria, Napoli, Brescia, Catania, Torre del Greco, Arzano, Melito, Sant’Antonio Abate, Ischia, Castrezzato, Isola del Liri, Grana, i militari del Tpc di Cosenza, coadiuvati da quelli del Reparto Operativo Tpc di Roma, dei Nuclei Tpc di Napoli, Roma, Bari, Perugia, Firenze, Monza, Torino, della Sezione Tpc di Siracusa e dell’Arma territoriale hanno dato esecuzione a 4 ordinanze di custodia cautelare in carcere con il beneficio dei domiciliari, emesse dal gip reggino e a 20 decreti di perquisizione nei confronti di altrettanti indagati per associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione di opere d’arte (dipinti, sculture in bronzo e marmo, oggetti di chiesa) rubati in tutta Italia e commercializzati in ambito internazionale.
I provvedimenti sono legati a una indagine, denominata Antiques, dei carabinieri del Nucleo Tpc di Cosenza supportati dai militari del Nucleo Tpc di Napoli e coordinata dall’aggiunto Gerardo Dominijanni, e dai pm Giovanni Calamita e Alessandro Moffa. L’inchiesta, cominciata a novembre 2015 dopo un controllo a un antiquario di Reggio Calabria, anche grazie ad attività tecniche e di riscontro mediante l’utilizzo della banca dati gestita dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, ha consentito di scoprire una banda, con base nel Napoletano e ramificazioni nel Bresciano, specializzata nella ricettazione di oggetti di antiquariato di provenienza illecita che si serviva di antiquari calabresi compiacenti per esportare illecitamente i beni rubati e venderli in fiere di settore in Francia, come Avignone e Montpellier.
Recuperate diverse opere trafugate, alcune di rilevante importanza, nonché un ingente quantitativo di oggetti d’antiquariato esportati in territorio francese, senza la prescritta autorizzazione dei competenti organi del MiBAC. Tra questi, appunto il dipinto, olio su tela, del ‘700, raffigurante ‘Madonna con Bambino’, di scuola napoletana, trafugato nel 2014 da un palazzo nobiliare di Arcevia (An).
Sequestrati poi al valico di Ventimiglia (Im), al confine con la Francia, centinaia di elementi di arredo antico e di pregio, tra cui sculture in marmo e bronzo, consolle, dipinti su tavola e su tela, suppellettili argento, ceramica e porcellana, trasportati in furgoni presi a noleggio per l’occasione da appartenenti alla banda per un valore economico stimato in circa 1,5 milioni di euro.
I destinatari dei provvedimenti sono Luigi Benducci, 39 anni; Pasquale Iuliano, 51 anni; Giuseppe Pedata, 46 anni; e Raffaele Petti, 68 anni.
L’inchiesta è nata da una verifica amministrativa all’antiquario calabrese, nella quale, grazie a una fotografia e alla comparazione con quelle della banca dati del Comanto Tpc romano, è stata individuata la “Madonna con bambino” rubata nella villa nobiliare dell’Anconetano in un dipinto ad olio che l’uomo aveva messo in vendita. La banda di ricettatori aveva a capo Pasquale Iuliano, napoletano che come la maggior parte degli indagati ha precedenti specifici e a cui anche il gip riconosce un “ruolo di vertice”.
Antiquari calabresi e napoletani smistavano una parte dei beni rubati che i ricettatori compravano dai ladri, mentre un’altra, attraverso la ramificazione bresciana, veniva inviata, naturalmente senza l’attestato di libera circolazione del MiBact, ai mercatini dell’antiquartiato di Montepellier e Avignone, attraverso il valico di Ventimiglia. Il reato di assciazione a delinquere finalizzato alla ricettazione è contestato anche a buona parte degli indagati destinatari del decreto di perquisizione.
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