Carabinieri del Ros
4 minuti per la letturaREGGIO CALABRIA – I carabinieri del Ros, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, con la collaborazione della polizia colombiana, olandese e la gendarmeria francese, hanno disarticolato l’associazione criminale riconducibile alla ‘ndrangheta reggina sequestrando centinaia di chili di stupefacenti e arrestando due latitanti italiani che avevano trovato rifugio in Colombia.
L’operazione si chiama “Edera” perché l’organizzazione criminale sgominata dai carabinieri del Ros era ben ramificata e difficile da estirpare. La droga veniva importata dalla Colombia e dall’Ecuador attraverso gli scali portuali di Anversa (in Belgio), Rotterdam (in Olanda) e Gioia Tauro (in provincia di Reggio Calabria) e trasporti su gomma per poi esser venduta nel nord Europa, in Canada e in Italia (principalmente in Lombardia e in Veneto). L’inchiesta ha portato all’arresto di 31 persone, 24 in carcere e sette ai domiciliari. Gli indagati sono, complessivamente, 58.
L’indagine è stata avviata nella primavera del 2010, in prosecuzione dell’inchiesta “Reale” che, a più riprese tra il 2010 ed il 2015, aveva già portato all’arresto di 58 soggetti tra cui Giuseppe Pelle, capo della cosca “Pelle-Gambazza” e fra i maggiorenti del cosiddetto Mandamento Jonico della ‘ndrangheta reggina.
Le investigazioni, che sono state svolte in costante collaborazione con la Polizia Antinarcotici colombiana, la D.E.A., la Polizia Nazionale olandese, la Gendarmeria francese e la D.C.S.A., hanno confermato ancora una volta il particolare attivismo delle ‘ndrine reggine nel narcotraffico internazionale, anche in ragione della stabile presenza di propri referenti in Sudamerica i quali mantengono contatti diretti con i rappresentanti delle organizzazioni fornitrici.
Nel caso dell’indagine “Edera”, il narcotico era destinato alla vendita principalmente in Lombardia, ove operano articolazioni di ‘ndrangheta in collegamento strutturale con le locali dei mandamenti reggini, nonché in Veneto, grazie a stabili rapporti con qualificati ambienti malavitosi locali. A gestire i traffici erano quattro gruppi criminali, tra loro funzionalmente collegati per lo svolgimento delle attività illecite.
Il primo sodalizio era attivo nell’importazione di stupefacente tramite scali aeroportuali o attraverso trasporti su gomma via Spagna, come è stato accertato con il sequestro a Ventimiglia il 19 giugno 2010, di un carico di 22 kg di cocaina occultato su un autoarticolato.
Il secondo aggregato criminale, riconducibile alle cosche platiote, faceva capo a Pasquale Calabria e Francesco Trimboli e smerciava all’ingrosso cocaina in Lombardia, nonché marijuana nella provincia di Reggio Calabria. In tale contesto, il 15 febbraio 2011 in Rudiano (BS), è stato sequestrato 1 kg di cocaina.
La terza associazione, radicata in Calabria, aveva i suoi promotori in Domenico Ficara e negli allora latitanti calabresi Santo Scipione e Domenico Trimboli; dedita all’acquisto di narcotico in Sudamerica, lo esportava verso il Canada e l’Italia. Nella Penisola, in particolare, la droga veniva poi ceduta ad altri sodalizi calabresi e veneti.
Durante lo sviluppo di questo specifico filone di indagine, il Ros, nell’aprile del 2013, riusciva a catturare i latitanti Trimboli (in collaborazione con lo Sco e la polizia colombiana) e Scipione, all’epoca inseriti nell’elenco dei “latitanti pericolosi” e stanziati permanentemente in Colombia, dove curavano i contatti con i fornitori di stupefacenti. Sono risultati riconducibili a questo sodalizio i circa 180 kg di cocaina poi intercettati e sequestrati il 5 maggio 2013, nel porto di Gioia Tauro, in collaborazione con il locale Ufficio delle Dogane.
Scoperto, infine, anche un quarto aggregato criminale, gestito da Domenico Strangio con il concorso e il finanziamento di soggetti intranei o comunque collegati alle ‘ndrine gioiesi e rosarnesi, risultato responsabile di diverse importazioni di stupefacente dalla Colombia e dall’Ecuador, fatto giungere, tra il febbraio 2011 ed il febbraio 2013, tramite gli scali portuali di Anversa (Belgio), Rotterdam (Olanda) e Gioia Tauro. Proprio in quest’ultimo, il 6 ottobre 2011 sono stati sequestrati ulteriori 36 kg di cocaina.
Le dichiarazioni degli inquirenti
Il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, ha evidenziato: «Questa operazione sottolinea, ancora una volta, la capacità della ‘ndrangheta di essere duttile e flessibile su ogni scenario criminale transnazionale, ed in particolare nelle dinamiche del narcotraffico internazionale».
Secondo il comandante del Ros, generale Pasquale Angelosanto, «la ‘ndrangheta si conferma struttura criminale transnazionale in grado di movimentare ingenti capitali per l’acquisto all’ingrosso di cocaina, soprattutto in centroamerica. L’operazione è stata possibile anche grazie all’efficace cooperazione delle forze di polizia giudiziaria dei vari Paesi in cui erano operativi gli emissari della ndrangheta».
Secondo il Procuratore aggiunto Lombardo, «l’inchiesta connota il carattere di univocità della ‘ndrangheta rispetto alla frammentazione di altre forme di criminalità organizzata, capace di tenere insieme varie cosche in un percorso unitario, programmando ogni particolare delle attività criminali, dall’acquisto, al trasporto via mare, all’esfiltrazione dai porti di arrivo ed allo smistamento dello stupefacente in tutta Europa su gomma, un’attività che richiede un impegno di non poco conto. Bovalino, Buccinasco, Ventimiglia, Brescia, Padova, Ecuador, Belgio, Olanda, Germania sono le aree dove é ormai accertata la presenza di “inviati” della ndrangheta, ognuno con un compito da eseguire rigidamente. Le indagini hanno inoltre posto in evidenza lo scambio continuo da parte degli arrestati di strumenti di comunicazione particolarmente sofisticati».
Alla conferenza stampa hanno partecipato il comandante provinciale dei carabinieri di Reggio Calabria, col. Giuseppe Battaglia, e il Capo reparto operazioni del Ros, col. Massimiliano Dangelantonio.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA