La sede dell'Asp di Reggio Calabria
3 minuti per la letturaREGGIO CALABRIA – L’Azienda sanitaria Provinciale di Reggio Calabria non paga e quindi, secondo quando denunciato dagli enti del terzo settore che si occupano di assistenza domiciliare ai malati, sono stati interrotti tutti i servizi di assistenza mentre gli stessi enti sono entratti in stato di agitazione.
A darne notizia sono i presidenti delle associazioni Domicare (Rossana Panarello), Macramè (Gianni Pensabene), Sadmat (Angela Caridi) e Vitasì (Vittoria Careri).
«Con preoccupazione – è scritto in una nota – dobbiamo riscontrare che la drammatica condizione in cui versa l’Asp di Reggio Calabria si è ulteriormente aggravata dal totale vuoto di indirizzo nei confronti del comparto cure domiciliari sanitarie. Questa situazione ha immediate conseguenze su tanti cittadini in estremo caso di bisogno, abbandonati di fatto al loro destino. Tanti sono i casi che potremmo citare. Vogliamo ricordare che l’assistenza domiciliare sanitaria Adi rientra nei Lea, ovvero i Livelli essenziali di assistenza, e come servizi essenziali dovrebbero essere garantite sempre».
In particolare, «nei primi mesi di quest’anno l’Asp, sulla base della spesa storica degli ultimi anni, aveva impegnato la somma necessaria per lo svolgimento del servizio e, con una lettera del dr. Mesiti nella qualità di commissario facente funzioni, aveva autorizzato gli enti a proseguire il servizio. Il continuo cambio dei commissari ha creato però una situazione di vuoto amministrativo che ha messo in seria difficoltà gli enti che a fronte del servizio erogato, con infermieri, fisioterapisti e operatori professionali, non si sono visti riconosciute le spettanze per le prestazioni erogate. Da Gennaio ad oggi non è stato pagato nulla del servizio svolto. Rispetto alla situazione di incertezza che si stava determinando gli enti hanno tentato di interloquire con tutti i vertici aziendali che si sono succeduti – Scura, Mesiti e adesso i Commissari straordinari – attraverso lettere, appelli e continue richieste di incontro. A tali richieste non è mai stato dato alcun riscontro».
Una condizione che ha portato gli enti a chiedere «al Sindaco di Reggio Calabria, massima autorità responsabile della salute pubblica, di farsi carico di tale situazione nel corso di un incontro avvenuto il 10 di aprile, cui ha fatto seguito una missiva dello stesso Sindaco Metropolitano rivolta ai Commissari straordinari. Constatiamo con amarezza che ad oggi i commissari non hanno inteso rispondere neanche al Sindaco metropolitano. In assenza di qualsivoglia risposta in ordine alle numerose corrispondenze inviate ed alla carenza di qualsiasi cenno nel concordare un incontro urgente sulle cure domiciliari, l’Asp ci ha costretti, nostro malgrado (poiché non è stata completata la procedura), a interrompere il servizio con decorrenza 9 maggio, anche verso i casi più gravi che solo per sensibilità e diligenza fino ad oggi avevamo proseguito».
In conclusione i sodalizi hanno ribadito «il rammarico per questa forzata scelta poiché tanti utenti, tra anziani non autosufficienti, malati oncologici, giovani colpiti da malattie degenerative, non potranno più ricevere l’assistenza vedendosi negato nei fatti un sacrosanto diritto. Di fatto l’ASP si sta rifiutando di assistere gli utenti, oltre tremila in tutto il territorio provinciale, la cui stragrande maggioranza assistiti da enti del Terzo Settore. Gli enti proclamano, dunque, lo stato di agitazione, che sfocerà in forme di protesta pubblica con operatori e familiari di utenti dinnanzi alla sede dell’Asp, e con il massimo coinvolgimento di tutta la cittadinanza, gli organi di stampa e l’opinione pubblica sulla gravissima situazione delineata».
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