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Un episodio di bullismo

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REGGIO CALABRIA – Sei ragazzi, oggi maggiorenni ma all’epoca dei fatti minorenni, sono stati posti in comunità dalla squadra mobile di Reggio Calabria in esecuzione di un’ordinanza del Tribunale dei minorenni. Sono accusati di bullismo, violenza sessuale, adescamento di minori, violenza sessuale di gruppo, violenza privata, atti sessuali con minorenne e pornografia minorile, ai danni di 4 ragazze di cui una, all’epoca dei fatti, aveva meno di 13 anni. Le indagini sono partite da una segnalazione di Telefono azzurro nella quale si informava la squadra mobile di presunta aggressione a sfondo sessuale nonché di numerosi episodi di molestie, anche telefoniche, subite da una ragazza minorenne da parte di un suo coetaneo.

Nel corso delle indagini, condotte dagli investigatori della sezione della mobile «reati contro la persona, in danno di minori e sessuali» è stata sentita la ragazzina dal cui racconto sono venuti alla luce diversi episodi di molestie continuati e permanenti nei confronti sia di lei che di altre due ragazze minorenni.

L’aggressione a sfondo sessuale subita dalla minore ha poi trovato riscontro dalle immagini riprese dagli impianti di videosorveglianza acquisiti e analizzati dagli inquirenti e dall’analisi del traffico dati delle utenze in uso ai giovani ragazzi.

Uno dei sei ragazzi – che adesso hanno da 17 a 19 anni ma che all’epoca ne avevano circa 16-17 – in particolare si è reso responsabile di vari episodi di bullismo nel corso dei tre anni delle scuole medie.

Tutte le vittime hanno confermato di aver subito continue molestie che si concretizzavano in insulti, minacce e aggressioni fisiche. Una situazione che le ha portate a cambiare le loro abitudini di vita provocando loro anche un forte e duraturo stato d’ansia. Dalla indagini della squadra mobile sono emersi anche altri episodi di violenza a sfondo sessuale ai danni di due ragazze minorenni di cui una di 13 anni. Per una decina di volte, la ragazzina sarebbe stata adescata con l’inganno dal ragazzo autore degli atti bullismo allo scopo di compiere atti sessuali insieme agli amici.

Le indagini della Polizia di Stato hanno portato all’emissione da parte del Gip su richiesta della Procura per i Minorenni diretta da Giuseppina Latella, i provvedimenti cautelativi di collocamento in comunità nei confronti dei sei ragazzi, al fine di allontanarli da un contesto familiare ritenuto non adeguatamente contenitivo della loro personalità,. I sei ragazz appartengono a famiglie definite in ambienti investigativi «assolutamente normali».

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