L'abbattimento della baraccopoli di San Ferdinando
2 minuti per la letturaSAN FERDINANDO (REGGIO CALABRIA) – Completati i lavori di demolizione della baraccopoli di San Ferdinando, in provincia di Reggio Calabria. Lo fa sapere il Viminale, ricordando che al 5 marzo, la presenza stimata degli immigrati era di 1.592 persone.
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Di queste, 200 sono state trasferite negli ex Sprar e Cas, circa 460 si sono spostate volontariamente e 932 restano nella tendopoli. La tendopoli, sottolinea il ministero, è attrezzata, con presenza di servizi igienici e presidi sanitari, ed è vigilata. Rappresenta una «alternativa civile e sicura per gli stranieri con contratto e che non vogliono allontanarsi».
Un plauso per come si sono svolte le operazioni di sgombero della baraccopoli di San Ferdinando, «secondo il rispetto massimo della dignità e dei diritti umani, avendo come principale obbiettivo la tutela e la messa in sicurezza presso adeguate strutture dei fratelli immigrati», è stato espresso dalla Caritas della Calabria.
«La delegazione regionale Caritas Calabria, seguendo con grande attenzione gli avvenimenti che stanno coinvolgendo la Caritas Diocesana di Oppido Mamertina – Palmi riguardo lo sgombero della baraccopoli di San Ferdinando – è scritto in una nota – esprime vicinanza e solidarietà al direttore e agli operatori che con diligenza e affetto stanno affrontando la vicenda. Questa iniziativa, che si è collocata nella giornata di inizio Quaresima, possa essere segno di una svolta sociale di impegno comune nell’esercizio di quanto in questo tempo forte la Chiesa che è Madre di tutti ci chiede. Un encomio si esprime dal profondo del cuore da parte di tutte le Caritas Diocesane di Calabria nei confronti delle Istituzioni locali, delle forze dell’ordine e in particolare del prefetto Michele di Bari, per quanta delicatezza e umanità prodigano nel compiere il loro lavoro di funzionari dello Stato».
«Ci si augura – conclude la Caritas – che l’auspicata collaborazione che manifesta evidenti frutti di solidarietà possa continuare nell’attenzione e nel proseguimento necessario al sostegno integrale dei fratelli migranti».
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