Armi e soldi sequestrati
3 minuti per la letturaREGGIO CALABRIA – I carabinieri di Reggio Calabria hanno portato a termine un’operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Palmi, per l’esecuzione di un’ordinanza cautelare nei confronti di cinque persone ritenute responsabili di intermediazioni illecita e sfruttamento del lavoro, violenza sessuale, estorsione e istigazione alla corruzione. Tre delle persone coinvolte nell’operazione sono state arrestate, mentre le altre due sono state sottoposte ad obbligo di firma.
Dalle indagini, secondo quanto riferiscono i carabinieri, é emerso che gli indagati hanno impiegato negli ultimi due anni cittadini romeni e un maliano come braccianti in due aziende agricole dell’area pre-aspromontana, retribuendoli con paghe irrisorie (in media, meno di un euro per ogni ora di lavoro) e in totale e continuata violazione della normativa sul lavoro. Nel corso delle indagini sono stati accertati anche due episodi di violenza sessuale ai danni di due braccianti romene.
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Le persone coinvolte nell’operazione sono: Antonino Violi, 65 anni, di Sant’Eufemia d’Aspromonte; Giuseppina Zagari, 61, di Sant’Eufemia d’Aspromonte; Luigi Violi, 82, di Sant’Eufemia d’Aspromonte; Concetta Cannizzaro, 75, di Sant’Eufemia d’Aspromonte; Vasile Dobrea, 37, all’epoca dei fatti domiciliato a Sant’Eufemia d’Aspromonte.
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Le indagini dei Carabinieri, coordinate dal procuratore aggiunto Giuseppe Casciaro e dal sostituto procuratore Daniele Scarpino, sono partite dopo la denuncia sporta da un cittadino rumeno sfruttato e hanno permesso di documentare l’impiego, tra settembre 2017 e marzo 2018, di cittadini di nazionalità romena e maliana in attività agricole in aperta violazione di basilari norme sul lavoro ed indecorose condizioni alloggiative da parte degli imprenditori agricoli della piana di Gioia Tauro Antonino Violi, Giuseppina Zagari e Luigi Violi.
Sono stati inoltre accertati due distinti episodi di violenza sessuale su due lavoratrici romene da parte di Antonino Violi e Vasile Dobrea, nonché due episodi d’istigazione di militari dell’Arma alla corruzione e, in particolare, ad omettere dei controlli nei confronti delle attività agricole condotte dai coniugi Luigi Violi e Concetta Cannizzaro in cambio di materiali utilità.
Nel corso delle indagini, anche con attività tecniche, gli inquirenti hanno sentito i lavoratori sfruttati che hanno descritto, con dovizia di particolari, i soprusi subiti durante le lunghe giornate lavorative nei campi nonché le condizioni di vita a cui erano costretti. I lavoratori, tutti di nazionalità romena e maliana, hanno dettagliatamente indicato l’inumano orario di lavoro al quale sono stati quotidianamente sottoposti, insieme ad altri operai versanti nelle loro stesse condizioni, nell’arco di una giornata che iniziava alle prime luci dell’alba e terminava al tramonto o, spesso, addirittura alle 22.
Gli operai venivano sfruttati per una paga irrisoria loro versata in nero dal “padrone” e che si aggirava sui 350-400 euro al mese, a volte addirittura non corrisposta o non versata nei termini pattuiti, che i lavoratori erano costretti ad accettare anche dietro minaccia, come nel caso della lavoratrice romena che Giuseppina Zagari ha costretto a sottoscrivere un documento, attestante il falso percepimento delle somme dovute. Inoltre, le dichiarazioni delle persone offese hanno permesso di far emergere condizioni alloggiative assolutamente degradanti, nonché l’espletamento dell’attività lavorativa in assenza di qualsivoglia rispetto della normativa in materia di sicurezza sul lavoro.
Le estenuanti giornate lavorative, fatte di offese e trattamenti degradanti, sono diventate ancora più sconvolgenti in occasione di due viscide aggressioni a sfondo sessuale. Infine, i coniugi Luigi Violi e Concetta Cannizzaro hanno tentato di eludere un controllo dei Carabinieri, cercando di sminuire la serietà della situazione di sfruttamento e offrendo ai militari dei prodotti caseari, offerta che ovviamente gli stessi hanno rifiutato con fermezza procedendo a rilevare le irregolarità riscontrate.
Nel corso delle perquisizioni nelle proprietà dei coniugi sono stati rinvenuti un fucile a pompa e 3 pistole di vario calibro in buono stato di conservazione, con matricola abrasa e complete di relativo munizionamento nonché una somma contante di oltre 30.000 euro in banconote di vario taglio. Al termine delle formalità di rito i coniugi Violi e Zagari sono stati tradotti presso la casa circondariale di Reggio Calabria, mentre Luigi Violi è stato posto agli arresti domiciliari.
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