L'ex ministro Claudio Scajola
1 minuto per la letturaREGGIO CALABRIA – L’ex ministro dell’Interno e attuale sindaco di Imperia, Claudio Scajola, avrebbe incontrato Carmelo Cedro, vicino alla cosca dei Molè, affinché la società di costruzioni Impregilo potesse godere di una sorta di “protettorato” delle cosche più importanti della Piana di Gioia Tauro durante i lavori in Calabria, in particolare sulla Autostrada Salerno Reggio Calabria.
E’ quanto ha riferito il collaboratore di giustizia Cosimo Virgiglio nella deposizione resa oggi al processo “Breakfast” in corso a Reggio Calabria in cui Scajola è accusato di avere favorito l’inosservanza della pena dell’ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Matacena, condannato definitivamente dalla Cassazione per concorso esterno in associazione mafiosa, latitante a Dubai, e dell’ex moglie di questi, Chiara Rizzo.
Stando alle dichiarazioni del pentito, ad indirizzare Cedro verso Scajola fu il diplomatico di San Marino Giacomo Ugolini, capo di una loggia massonica “spuria”, molto interessata ai grandi lavori, per assicurare che tutti i subappalti nel tratto compreso tra gli svincoli di Mileto e Gioia Tauro, finissero tutti a imprese vicini ai Molè.
«I Cedro – ha detto ancora Virgiglio – erano imparentati con i Molè e potevano anche contare su elementi delle forze dell’ordine». Alla domanda del procuratore aggiunto della Dda Giuseppe Lombardo se gli incontri tra Cedro e Scajola avvennero, il pentito ha risposto di non avere partecipato personalmente all’incontro.
«Cedro, comunque – ha detto il collaboratore – mi confermò che avvenne, e non una sola volta». Cosimo Virgiglio ha inoltre riferito di avere preso parte ad una tornata massonica a San Marino «per ‘l’iniziazione di cinque persone», riunione a cui avrebbe partecipato anche Scajola. Affermazione che ha provocato l’immediata reazione dello stesso Scajola, che ha sostenuto di non avere «mai fatto parte della massoneria».
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