Mimmo Lucano
1 minuto per la letturaRIACE (REGGIO CALABRIA – «Non vogliono uccidere me, ma Riace. Vorrebbero cancellarne la storia e farla scomparire dentro la sua geografia, in fondo alla montagna calabrese. Ma sta succedendo il contrario. Tutti capiscono che Riace non era mai stata così viva». Lo dice, in una intervista a Repubblica, il sindaco sospeso di Riace, Mimmo Lucano, costretto a vivere lontano dal suo paese per l’obbligo di dimora imposto dal giudice (LEGGI).
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«Ci sono fondazioni – fa sapere Lucano – che si sono fatte avanti offrendo aiuti e soldi. Più colpiscono Riace più la rendono mitica, proprio come Troia». «Con i famosi 35 euro – rivendica quindi – qui abbiamo creato laboratori artigiani, un asilo nido plurietnico, una scuola, presidi medici, un ristorante».
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DELL’ACCOGLIENZA DOMENICO (MIMMO) LUCANO
«Certo che ho fatto errori – ammette – ma è falso che sono metà cavaliere e metà bandito. Il Lucano che raccontano non esiste: mi chiamo Mimì, non Mimmo».
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