Il sindaco di Riace, Domenico Mimmo Lucano
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RIACE (REGGIO CALABRIA) – Non si placano le polemiche dopo l’arresto del sindaco di Riace, Domenico Lucano (LEGGI LA NOTIZIA E LE REAZIONI), mentre si attende per giovedì mattina, davanti al gip di Locri, l’interrogatorio di garanzia di Lucano, posto agli arresti domiciliari dalla guardia di finanza con le accuse di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente in relazione all’affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti. Per Lucano sarà l’occasione per rispondere alle accuse mosse dalla Procura di Locri che ne ha richiesto l’arresto.
A spiegare la posizione dell’accusa è stato il procuratore capo di Locri, Luigi D’Alessio, intervenendo a “Radio anch’io”: “Apprezzo tutti coloro che manifestano dispiacere per questa vicenda, ma – ha affermato – bisogna assolutamente scindere la persona Lucano dall’idea che lui ha posto in essere a Riace, perché sull’idea si può dibattere, si può discutere. C’è chi dice che l’accoglienza non va bene, c’è chi dice che è l’unica strada possibile. Il problema è la realizzazione di quell’idea e non possiamo consentire, come stato italiano, come istituzione della repubblica, che qualcuno persegua un’idea passando bellamente sopra i principi e sopra le norme, altrimenti consentiremmo a chiunque di predicare quelli che sono i propri convincimenti infischiandosene delle leggi. Tutto qui”.
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DELL’ACCOGLIENZA DOMENICO (MIMMO) LUCANO
Rispetto alle polemiche sull’operato della Procura di Locri, compreso il fatto che il suo ufficio non si occupi di criminalità organizzata, dedicandosi a inchieste come quelle sul sindaco di Riace, Domenico Lucano: “Noi non abbiamo assolutamente nessun processo di ‘ndrangheta, perché della ‘ndrangheta si occupa la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Qualora emergano fatti riguardanti la criminalità organizzata, noi trasmettiamo gli atti alla procura distrettuale di Reggio Calabria con cui siamo in contatto e collaborazione assoluta e totale”.
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“Noi – ha spiegato D’Alessio – ci occupiamo di reati legati alla criminalità cosiddetta comune, della pubblica amministrazione, dell’inquinamento, di tante altre ipotesi di reato che finiscono poi col danneggiare i cittadini comuni, la popolazione, non di criminaltà organizzata. Quindi – ha rimarcato – non è che non perseguiamo la criminalità organizzata; se ne occupa un’altra procura della Repubblica”.
Il procuratore di Locri ha anche annunciato ricorso per la parte di accuse non validate dal Gip: “Sono sempre rispettoso delle decisioni del giudice, ma stiamo redigendo motivi di impugnazione. Credo e temo che il Gip sia rimasto un pò anche schiacciato dalla quantità di indagini che gli sono piovute addosso e ritengo che non abbia vagliato tutto il panorama probatorio che gli è stato messo a disposizione”.
“Noi – ha proseguito – porremo all’attenzione del Tribunale del Riesame il panorama probatorio, perché invece riteniamo che gli elementi siano ben sufficienti per ritenere configurate anche le ipotesi di reato che abbiamo portato all’attenzione del Gip”.
Salvini e le indagini
Nel pieno delle polemiche politiche è intervenuto anche il ministro dell’Interno, Matteo Salvini: “Non è mai bello che un sindaco venga arrestato. Pensare che Salvini condizioni il lavoro della Procura è follia”.
“Quel sindaco – ha spiegato Salvini – ha passato anni accogliendo migranti in una terra da cui i calabresi scappano per trovare lavoro. Se io fossi al suo posto mi occuperei dei miei cittadini e comunque – ha aggiunto – se nell’immigrazione di massa c’è qualcosa di poco trasparente è la conferma di quanto diciamo noi da anni”.
Saviano contro Salvini
Al ministro ha replicato Roberto Saviano, intervenendo a “Circo Massimo” su Radio Capital: “Salvini agisce con messaggi mafiosi: bacione è a metà tra satira e minaccia. Può far questo facendosi forte del fatto che la legge Bossi-Fini non è stata modificata dal Pd. Lui è protetto da questo”.
“L’atteggiamento da guappo di Salvini – ha proseguito Saviano – fa parte della sua propaganda. Gli 80 anni di mutuo concessi al suo partito che ha rubato 49 milioni gli danno sicurezza. Sa benissimo che quei soldi non arriveranno mai allo Stato italiano. A nessuno è mai stato concesso un mutuo a 80 anni. Tutti sono pronti a genuflettersi e ottenere prebende – aggiunge – ecco perché quello che ha fatto Mimmo mette paura: che non c’é invasione, che si può fare diverso modello di accoglienza e che c’è una Calabria sana”.
C’è clima di regime? “Il regime diventa tale quando si ha paura di dire che le accuse sono false, che non c’è alcuna invasione, che esiste un nuovo modello di accoglienza”, commenta Roberto Saviano a Radio Capital.
L’Unhcr con il “modello Riace”
L’Alto commissariato Onu per i rifugiati sta “seguendo quanto sta accadendo a Riace con grande apprensione perché il sindaco Domenico Lucano, arrestato ieri con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, è diventato un pò il simbolo dell’Italia che accoglie”.
“Ci auguriamo – prosegue la nota – che sia fatta piena luce sui fatti a lui attribuiti, e nel frattempo esprimiamo preoccupazione e rammarico per la condizione di coloro che, migranti e rifugiati, temono ora di aver perso una guida che in questi anni li ha costantemente supportati”.
“Nella Giornata nazionale della memoria e dell’accoglienza, istituita per ricordare la tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013 – conclude l’Unhcr – e l’importanza dei valori di umanità e solidarietà nel rispondere alle esigenze di coloro che fuggono da guerre e persecuzione, ricordiamo con forza che l’accoglienza richiede dialogo e condivisione, anziché scontro e avversione”.
Bregantini esprime amarezza
L’arcivescovo di Campobasso, Giancarlo Bregantini, ha commentato quanto avvenuto: “Profonda amarezza e dolore, per lui e per tutta la comunità del paese e della Calabria dove sono stato vescovo per ben 14 anni”. Bregantini ha definito Domenico Lucano “coraggioso e tenace”, quindi ha aggiunto: “Chiedo alla politica di riflettere bene su questo ‘modello’ per evitare che in futuro il binomio tra sicurezza e migranti diventi negativo e di contrapposizione. I migranti, come si impara da Riace, sono una risorsa non un pericolo”.
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