Un'aula di tribunale
2 minuti per la letturaGIOIA TAURO (REGGIO CALABRIA) – Il Tribunale per il riesame di Reggio Calabria ha revocato la misura degli arresti domiciliari che era stata emessa nello scorso mese di giugno dal Gip nei confronti di Maria Antonia Catania, rappresentante per la Piana di Gioia Tauro dell’associazione “Animalisti italiani”, coinvolta nell’operazione “Happy Dog” condotta dalla Dda reggina sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nell’assegnazione dei servizi di custodia e assistenza nei canili privati. Il collegio, presieduto da Tommasina Cotroneo, ha sancito l’estraneità di Maria Antonia Catania, secondo quanto riferito dal difensore dell’animalista, «da qualsivoglia azione criminosa», affermando che le sue condotte «sono da ricondurre ad una normale azione di tutela degli animali».
A Maria Antonia Catania, in particolare, veniva contestato il concorso in illecita concorrenza, aggravato dalle modalità mafiose. Sulla decisione del tribunale del riesame é intervenuto, con un comunicato, il presidente di Animalisti italiani onlus, Walter Caporale.
«Siamo stati sempre pienamente convinti – ha detto Caporale – dell’innocenza e della buona fede di Maria Antonia Catania. La difesa ha dimostrato la sua assoluta estraneità a qualsivoglia contesto illecito. La nostra dirigente ha agito nell’esclusivo interesse dei nostri amici animali. Le azioni compiute non risultano caratterizzati da violenza o minaccia. Le iniziative adottate da Catania non sono sussumibili all’interno della fattispecie oggetto di addebito provvisorio, in quanto non si pongono fuori dal perimetro della reazione di un’attivista animalista nei confronti del cosiddetto canile-lager gestito dall’imprenditore Leonzio Tedesco. Accostare il nome di Maria Antonia Catania ai clan malavitosi non è soltanto un fatto gravissimo, ma proprio ignobile. Lei è sempre stata in prima linea contro i crimini sugli animali ed è tornata ad occuparsi di loro con una grande tenacia. Recente è il salvataggio di decine di cani maltrattati e abbandonati. La sua unica colpa è quella di aver cercato di impedire che i cani, ospitati presso una struttura adeguata, venissero trasferiti nel “canile degli orrori”».
«Maria Antonia – conclude Caporale – rappresenta l’anima di Animalisti Italiani onlus. Sono orgoglioso di riaverla con noi. Ricordiamo che l’iscrizione a un registro di indagati non è una colpevolezza. È un avviso di tutela, non per mettere alla gogna sui social i diretti interessati. Abbiamo dimostrato massima fiducia nella magistratura e nel lavoro che essa svolge e abbiamo dimostrato massima serenità nei confronti della nostra responsabile locale. Tutto quello che abbiamo dimostrato in questi giorni è stato confermato dal fatto che la nostra rappresentante risulta innocente ed estranea ai fatti. Sarà reintegrata a pieno titolo nell’associazione e insieme salveremo e difenderemo tante vite».
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