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Un ufficio postale

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REGGIO CALABRIA – I carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 29 persone presunte componenti di due gruppi criminali del reggino dediti al furto e all’illecita appropriazione di titoli, buoni fruttiferi, libretti postali e liquidità su conti correnti.

IL VIDEO DELL’OPERAZIONE

Avevano saccheggiato i risparmi di decine di ignari anziani della Locride e del reggino grazie alla complicità di impiegati delle Poste che effettuavano operazioni di sportello fraudolente. Così sono finite agli arresti 29 persone – 11 in carcere e 18 ai domiciliari – appartenenti a due organizzazioni distinte, ma con elementi in comune e tra le quali figurano anche i fratelli Domenico e Andrea Commisso, di 48 e 44 anni, di Siderno, nipoti del capobastone della ‘ndrangheta Giuseppe Commisso «u mastru» ed i direttori degli uffici postali di Africo e Platì, Anna Maria Napoli e Bruno Gerardo Siciliano. Ed ancora Caterinà Camillò, dell’ufficio postale di San Gregorio d’Ippona, Nadia Paola Calderone, impiegata delle Poste a Marina di Gioiosa Ionica e Antonio Felicetti, impiegato in una filiale di Reggio Calabria.

«Avevano predisposto una rete che operava su tutto il territorio nazionale – ha spiegato il Procuratore vicario della Repubblica Gaetano Paci – attraverso cui frammentavano e disponevano per l’incasso centinaia di miglia di euro, di cui 600 mila incassati soltanto presso l’ufficio postale di Africo».

«In poco più di un anno – ha detto il procuratore aggiunto della Repubblica Gerardo Dominjanni – erano riusciti a risalire e monitorare, grazie alle complicità interne, i conti di oltre quaranta persone, tutte in età avanzata, costruendo un efficace meccanismo di riciclaggio spogliando dei risparmi i legittimi titolari, come nel caso di un anziano pensionato ottantenne residente da solo nelle campagne di Samo, nella Locride, al quale Filomena Bentivoglio ed il figlio Antonio Raschellà erano riusciti a sottrarre 51 mila euro dal libretto di risparmio e buoni fruttiferi per circa 440 mila euro, somme affidate per il riciclaggio ad Andrea Commisso e Corrado Femia».

Secondo le indagini, avviate dalla compagnia dei carabinieri di Villa San Giovanni, gli arrestati e i diciotto indagati riuscivano ad avvicinare le persone prima monitorate attraverso i dati delle Poste, per acquistarne la fiducia e successivamente derubarle dei loro risparmi.

«Abbiamo potuto verificare – ha detto il comandante provinciale dei carabinieri col. Giuseppe Battaglia – che sono state eseguite ben tremila operazioni illecite in danno di 45 persone nel corso delle quali sono stati riciclati 1567 titoli rubati e 38 titoli contraffatti». Paci ha lanciato un appello alla cittadinanza affinché le persone in possesso di titoli postali che abbiano notato anomalie sui loro conti si rechino dai carabinieri per presentare denuncia. 

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