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Un'operazione dei carabinieri

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GIOIA TAURO (REGGIO CALABRIA) – Rapina a mano armata, furto, ricettazione e altri delitti in materia di armi e stupefacenti. Sono questi i reati contestati in un’operazione condotta dal Gruppo Carabinieri di Gioia Tauro, coordinata dalla Procura della Repubblica di Palmi. 

Sono nove le ordinanze di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari notificate nell’operazione. Nel mirino alcune persone ritenute a vario titolo indiziati di associazione per delinquere. I reati sarebbero stati commessi nel corso dell’ultimo anno a Taurianova e nelle cittadine limitrofe, in danno di diversi esercizi commerciali.

L’operazione è stata portata a termine tra i comuni di Polistena, Cittanova, Cinquefrondi, Locri e Gioiosa Ionica, con l’impiego dei militari del Gruppo Carabinieri di Gioia Tauro, in collaborazione con personale del Gruppo Carabinieri di Locri, dello Squadrone Eliportato “Cacciatori” Calabria e da unità cinofile.

I sette destinatari del provvedimento cautelare in carcere sono tutti trentenni originari della zona, gran parte dei quali con precedenti di polizia, anche specifici, i quali si avvalevano di due donne, sorella e fidanzata di altri due indagati, a loro volta colpite dalla misura cautelare agli arresti domiciliari.

L’operazione conclude un’articolata attività investigativa svolta dalla Compagnia Carabinieri di Taurianova, attraverso attività tecnica e servizi di osservazione e pedinamento, e originata da una rapina a mano armata ai danni di una gioielleria di Taurianova nel settembre 2016, quando sei uomini fecero irruzione, armati, e riuscirono ad impossessarsi monili in oro e preziosi per un valore di 45.000 euro.

La banda di rapinatori, ora disarticolata dai Carabinieri, si è resa responsabile, fino all’aprile 2017, di numerose altre rapine ad esercizi commerciali, colpendo prevalentemente i territori di Polistena, Cittanova, Taurianova, Cinquefrondi e San Giorgio Morgeto, riuscendo ad asportare, tra denaro contante e preziosi, circa 500.000 euro di refurtiva.

Gli esercizi colpiti sono stati 5 gioiellerie, 1 negozio di abbigliamento, 1 negozio di giocattoli e 1 ristorante. Le indagini hanno consentito di documentare come parte dei proventi delle rapine fossero utilizzati per lo smercio di sostanza stupefacente del tipo marijuana, sia nelle piazze di spaccio della Piana, sia nel Nord-Italia.

Infatti, in due diversi episodi, tre persone sono state tratte in arresto in flagranza di reato per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, precedentemente acquistata dalla consorteria indagata. Sei degli indagati saranno tradotti alla Casa Circondariale di Palmi mentre le due donne saranno sottoposte agli arresti domiciliari nelle rispettive abitazioni. Al momento risulta irreperibile uno dei destinatari del provvedimento.

A capo dell’organizzazione, secondo l’accusa, c’era Velio Borghese, di 33 anni, di Polistena, che dava indicazioni ai sodali, coordinava le operazioni, forniva i mezzi necessari e concorreva nella commissione dei delitti in materia di droga. Anche gli altri partecipi all’associazione avevano precisi ruoli: chi guidava le auto, chi fungeva da vedetta, chi eseguiva materialmente la rapina, chi si occupava dei sopralluoghi.

I banditi si preoccupavano di rubare preventivamente auto o targhe per commettere i delitti in maggiore sicurezza, raggiungevano a bordo di vari mezzi gli obbiettivi sui quali erano stati effettuati accurati sopralluoghi, e 2-3 rapinatori entravano nell’esercizio armati di pistola e, a volte, anche non travisati per consumare la rapina, mentre gli altri rimanevano all’esterno con la funzione di «pali». La fuga era organizzata con almeno due macchine, una delle quali impiegata quale staffetta.

Anche le due donne avevano compiti specifici: entravano nelle gioiellerie accompagnate da uno degli altri indagati fingendo l’interessamento all’acquisto delle merce allo scopo ispezionare l’obbiettivo; nel caso di una rapina ad un ristorante hanno fatto le vedette consumando una cena di “coppia” e segnalando poi ai compagni l’assenza di altri clienti nel locale; da basista in quanto una delle due era dipendente di un negozio di abbigliamento rapinato.

Secondo quanto emerso dalle indagini, la banda disponeva di almeno 7 pistole che in un caso – in una rapina ad un negozio gestito da cittadini cinesi – sono state usate a scopo intimidatorio per impedire la reazione del titolare. Parte dei proventi delle rapine, infine, venivano impiegati per lo smercio di marijuana, sia nelle piazze della Piana, sia nel Nord-Italia. Nel corso delle indagini, in due diversi episodi, tre persone sono state tratte in arresto in flagranza di reato per detenzione di droga acquistata dagli indagati. Nel corso delle perquisizioni di oggi è stato trovato, nella disponibilità di Raffaele Ferrazzo (30), un appartamento nel centro di Polistena dedicato alla coltivazione di marijuana.

Gli altri arrestati Luigi Commisso (38), Francesco De Domenico (30), Simone De Luca (25), Angelo Tarzia (46), Carmelo Tavernese (35), tutti portati in carcere e Romina Laversa (34) e Lorena Tavarnese (29), portate ai domiciliari.

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