Il procuratore De Raho e il comandante provinciale dell'Arma Scafuri
3 minuti per la letturaREGGIO CALABRIA – L’arresto del superlatitante Giuseppe Giorgi, boss della ‘ndrangheta di San Luca ricercato da 23 anni (LEGGI LA NOTIZIA), suscita la soddisfazione anche del procuratore capo di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho.
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Il procuratore ha ribadito come «anche in questa operazione, la squadra-Stato ha fatto emergere quanto il lavoro sia intenso, continuo, contro la ‘ndrangheta e i suoi fiancheggiatori in questa provincia e in questa regione».
Andando, poi, ai dettagli dell’operazione che ha portato all’arresto, De Raho ha spiegato che «Giorgi viveva nella sua ‘fortezza’, tanto è grande la sua abitazione, nel centro di San Luca, insieme a figli e moglie.
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Era riuscito sempre a schivare la cattura poiché al sopraggiungere dei carabinieri, attraverso un meccanismo sofisticato, rimuoveva la base di un caminetto e subito si calava dentro un piccolo bunker dove riusciva a stare anche diverse ore in attesa della fine delle perquisizioni. Stavolta gli è andata male. La sua foto campeggiava affiancata a quella di Matteo Messina Denaro nella black list delle forze dell’ordine, segno questo della sua supremazia nelle gerarchie mafiose».
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Sposato con la figlia di Sebastiano Romeo, capo dell’omonima ‘famiglia’ ‘ndranghetista degli “stacchi”, deceduto alcuni anni fa per cause naturali, Giuseppe Giorgi era noto per la sua abilità nel traffico internazionale di cocaina. «Lo abbiamo catturato senza l’ausilio di fonti confidenziali – ha sottolineato ancora de Raho – perché non abbiamo bisogno di ‘soffiate’ di confidenti. E con il medesimo sistema investigativo abbiamo ammanettato anche Giuseppe Crea (LEGGI LA NOTIZIA SULL’ARRESTO DI GIUSEPPE CREA), boss di Rizziconi, e Marcello Pesce (LEGGI LA NOTIZIA DELL’ARRESTO DI MARCELLO PESCE)».
Quella condotta è stata «una indagine, come le precedenti, blindata ed eseguita con l’apporto sul territorio dei Cacciatori di stanza a Vibo Valentia, preziosissimi nei controlli. In Calabria e in provincia di Reggio, e di questo voglio pubblicamente ringraziare il comandante generale Del Sette, l’Arma sta schierando i suoi uomini migliori, segno questo della capacità di valutare appieno le gravi problematicità che emergono da questi territori».
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Dal canto suo il comandante della legione Calabria dei Carabinieri, il generale Vincenzo Paticchio, ha sottolineato come «festeggiare l’anniversario della Repubblica con l’arresto di Giorgi sia un grande onore per tutti noi. Restiamo fermamente impegnati nel perseguire l’obiettivo di garantire la legalità in questa provincia e in questa regione. Voglio ringraziare non solo i magistrati che con noi sono impegnati diuturnamente per questo obiettivo, ma anche le famiglie dei carabinieri che si sacrificano accanto, come e più dei loro cari, in questo duro lavoro».
In fine il comandante provinciale dei carabinieri col. Alessandro Scafuri ha raccontato che «ci stavamo lavorando da ottobre del 2016 senza che una sola parola che avrebbe potuto sacrificare mesi e mesi di duro lavoro sia sfuggita. Arrestare Giorgi a casa sua è la conferma di come i veri capibastone non si spostino mai dal loro territorio per comandare meglio e seguire efficacemente i loro loschi affari».
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