Monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, arcivescovo di Reggio Calabria
1 minuto per la letturaMonsignor Giuseppe Fiorini Morosini durante la veglia di preghiera ha spronato al risveglio delle coscienze: «La nostra società deve fare dei passi avanti»
REGGIO CALABRIA – «Noi onoreremo le vittime di ‘ndrangheta solo se avremo il coraggio di denunciare e di educare alla denuncia. In questo senso, la nostra società deve fare ulteriori passi avanti. Troppa gente non reagisce per paura, per disinteresse e per non esporsi».
Lo ha detto l’Arcivescovo metropolita di Reggio Calabria, mons. Giuseppe Fiorini Morosini, nel suo intervento alla veglia di preghiera per le vittime di ‘ndrangheta ed il «risveglio delle coscienze».
«Paura e disinteresse – ha aggiunto l’Arcivescovo – rendono vuoto il sacrificio delle vittime che noi commemoriamo e ritardano “sine die” la soluzione del problema. Come Vescovo voglio aiutarvi ad impostare un’azione comune per dare risposte al territorio su questo tema ed assumerci le nostre responsabilità, chiarendo ed assumendoci contemporaneamente il ruolo che ci compete e rigettando ogni accusa di connivenza e di inerzia. C’è tanta antimafia che si perde per strada e non coglie nel segno. Ogni azione contro la ‘ndrangheta, anche la nostra, deve lasciare un segno nella coscienze e deve convergere su un unico obiettivo: collocare un piccolo tassello per creare quelle condizioni nuove all’interno delle quali la criminalità organizzata non trovi terreno fertile per crescere indisturbata».
«L’educazione alla fede – ha detto ancora mons. Fiorini Morosini – non può essere disgiunta dall’educazione alla vita, alla cittadinanza ed alla legalità. Per cui noi stessi dobbiamo convincerci che il male va denunziato. E la stessa cosa va detta anche a chi ci è stato affidato per la sua formazione morale: la denuncia del male è un obbligo morale che non può essere disatteso. Ed é il miglior modo per commemorare le vittime della ‘ndrangheta».
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