Il luogo dove è stato ucciso il terrorista
2 minuti per la letturaREGGIO CALABRIA – Anis Amri, l’autore della strage a Berlino ucciso nella notte nel Milanese, quando è stato fermato dai due agenti italiani, ha detto di essere di Reggio Calabria. Lo ha riferito Christian Movio, l’agente rimasto ferito nel conflitto a fuoco con Anis Amnri. Movio, che in ospedale ha parlato col vice presidente della Regione Lombardia, Fabrizio Sala che lo ha incontrato, ha detto che Amri «non aveva accento italiano e ci ha insospettito».
VIDEO: IL LUOGO DOVE E’ STATO UCCISO IL TERRORISTA
Vista la frase del terrorista, a scopo precauzionale, sono stati avviati controlli e verifiche da parte della Polizia di Stato con l’obiettivo di verificare se l’uomo potesse avere dei collegamenti in città, ma allo stato non risulta neanche che Amri sia stato in Calabria.
Secondo quanto ricostruito, Anis Amri «era assolutamente tranquillo, gli è stato chiesto di svuotare zainetto e con mossa repentina ha estratto la pistola carica e pronta all’uso e ha sparato». Nelle ultime ore è spuntato anche un video di Amri filmato prima dell’attentato e in cui il killer di Berlino giura fedeltà all’Isis dichiarando di voler vendicare i musulmani uccisi nei raid è stato diffuso dall’agenzia Amaq, network del sedicente Stato Islamico.
Le indagini proseguono per ricostruire possibili collegamenti del terrorista con l’Italia. Gli inquirenti ritengono che l’uomo avrebbe cercato un appoggio logistico momentaneo a Milano con l’obiettivo di nascondersi per qualche tempo e intanto cercare di ottenere documenti contraffatti in modo da tornare a circolare sul territorio grazie ad una falsa identità.
Questa è una delle ipotesi sulle quali si sta lavorando in queste ore per spiegare la presenza di Anis Amri a Sesto San Giovanni. A Milano sarebbe arrivato in treno dalla Francia, tra le 22 e la mezzanotte di ieri, attraverso Chambery, Bardonecchia e Torino. Tra gli aspetti da chiarire, l’eventualità che possa aver incontrato qualcuno al suo arrivo in Italia, prima di essere fermato dalla pattuglia di poliziotti che ha arrestato la sua fuga.
Da tempo l’attenzione degli investigatori e degli apparati di prevenzione e intelligence si concentra sulla presenza, sia nel capoluogo lombardo che a Napoli, di basi che fanno riferimento al Gruppo Salafita per la Predicazione e il Combattimento.
Si cercherà ora di appurare se Amri abbia avuto contatti con qualche cellula in attività in Lombardia. Il ministro dell’Interno, Marco Minniti, ha rivolto parole di apprezzamento per i due poliziotti: l’agente scelto Christian Movio, 35enne della provincia di Udine, rimasto ferito nel conflitto a fuoco con Amis Amri, e l’agente Luca Scatà, 29enne di Siracusa.
«Christian Movio è un ragazzo molto equilibrato – ha detto Minniti – una persona straordinaria, lo ringraziamo di vero cuore per la professionalità dimostrata insieme al suo collega».
Intanto, il capo della Polizia Franco Gabrielli ha inviato una nuova circolare in cui è scritto di tenere «massima attenzione» poiché «non si possono escludere azioni ritorsive». L’invito è dunque di intraprendere ogni iniziativa utile per garantire la massima sicurezza e tutela degli operatori.
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