Gli uffici della Procura di Palmi
1 minuto per la letturaROSARNO (REGGIO CALABRIA) – Marcello Pesce, il boss latitante arrestato stamani dalla polizia (LEGGI I PARTICOLARI), negli anni ’90 fu coinvolto insieme all’ex capo della loggia P2 Licio Gelli nell’inchiesta su mafia, politica e massoneria avviata dall’allora procuratore di Palmi Agostino Cordova.
I due, oltre a politici e presunti ‘ndranghetisti, furono poi assolti nel marzo del 1995 dai giudici del Tribunale di Palmi. L’inchiesta riguardava il presunto intreccio tra un’organizzazione dedita al traffico di droga con armi con il mondo politico ed affaristico con conseguente voto di scambio.
Secondo l’accusa, le cosche Pesce-Pisano si erano federate tra di loro per gestire i traffici illeciti con uomini di fiducia che operavano in Toscana, Liguria, Lombardia, Marche, Emilia Romagna, Puglia, Campania e Calabria.
A Rosarno, nella piana di Gioia Tauro, c’era la base operativa e decisionale dell’ organizzazione. All’inchiesta avevano contribuito anche alcuni pentiti.
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