Il comandante Scafuri col procuratore De Raho durante la conferenza stampa
1 minuto per la letturaREGGIO CALABRIA – Dopo i fermi messi a segno lo scorso 3 novembre nell’ambito dell’operazione Lex coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria con cui i Carabinieri hanno sgominato il clan dei Ferrentino-Chindamo e dei Lamari di Laureana di Borrello (LEGGI I DETTAGLI DELL’OPERAZIONE) arrivano adesso gli arresti decretati dal giudice per le indagini preliminari.
I carabinieri, infatti, hanno arrestato 40 persone tra Reggio Calabria, Milano, Pavia e Cremona contro i presunti boss e affiliati ai clan Ferrentino-Chindamo e Lamari di Laureana di Borrello con ramificazioni in varie regioni. Tra loro vi sono le persone sottoposte a fermo il 3 novembre scorso e 4 nuovi indagati, tra i quali un avvocato, Domenico Chindamo, del foro di Milano ma calabrese di origine. Il legale, accusato di concorso in intestazione fittizia di beni, aveva subito una perquisizione in occasione dei fermi.
LEGGI I NOMI DEI FERMATI
NELLA PRIMA FASE DELL’OPERAZIONE
Per i pubblici ministeri, pur non essendo affiliato, come professionista avrebbe agevolato la cosca Ferrentino creando la ditta di import-export United Seed’s Keepers, con sede a Milano e Roma e già sequestrata, ritenuta intestata a prestanomi e usata per gestire un traffico di droga.
Arrestato anche l’assessore di Laureana Vincenzo Lainà, già fermato per concorso esterno in associazione mafiosa, considerato il referente politico della cosca.
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