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Gianni Remo

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La sentenza riguarda gli esponenti della cosca Labate, tra i quali i noti imprenditori Remo

REGGIO CALABRIA – Il Tribunale di Reggio Calabria, presidente Domenico Aragona, ha condannato a 22 anni di reclusione per associazione mafiosa Michele Labate, esponente di spicco dell’omonima cosca della ‘ndrangheta operante nella zona sud della città.

Con Labate sono stati inoltre condannati, per concorso esterno in associazione mafiosa, i fratelli Giovanni e Pasquale Remo – il primo ex vicepresidente della Reggina calcio – noti operatori economici nel settore della vendita delle carni all’ingrosso. Ad aprile scorso lo stesso gruppo coinvolto nell’operazione aveva subito un maxi sequestro di beni (LEGGI).

Secondo l’indagine al centro del processo concluso oggi, Michele Labate e i Remo, cui è legato da vincoli di parentela, avrebbero tentato di imporre a tutti gli esercizi commerciali la fornitura dei loro prodotti, pena pesanti ritorsioni. La titolare di un supermercato, Brunella Latella, stanca delle vessazioni della cosca Labate, ha denunciato tutto alla Procura della Repubblica testimoniando dinanzi al Tribunale sugli episodi di intimidazione subiti.

Giovanni Remo è stato vicepresidente della Reggina calcio quando la società amaranto militava nella serie A. Su parere conforme del Pubblico ministero, il Tribunale ha invece assolto per non avere commesso il fatto la moglie di Giovanni Remo, Maria Romeo.

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