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Sulla nave Bettica della Marina Militare il gruppo soccorso nelle scorse ore. Disposte le misure di accoglienza e di primo soccorso
REGGIO CALABRIA – E’ in rada al largo di Reggio Calabria la nave Bettica della Marina Militare con a bordo 980 migranti. L’unità militare, sulla quale è nata la piccola Manuela, figlia di una donna camerunense soccorsa nella giornata di ieri da un gommone in difficoltà, è attualmente in in attesa di entrare in porto.
Sulle banchine è pronto il dispositivo di accoglienza coordinato dalla Prefettura di Reggio Calabria che vede impegnato personale delle forze dell’ordine e volontari. Al momento solo circa cento migranti, tutti uomini, sono stati trasbordati su una motovedetta che li ha accompagnati fino a porto dove sono stati sbarcati.
In tutto i profughi a bordo della nave Bettica, raccolti nelle ultime ore nel Canale di Sicilia, sono 980 di cui 693 uomini, 162 donne e 125 minori, 16 dei quali accompagnati. Secondo quanto riferito dai sanitari sarebbero stati riscontrati casi di scabbia, varicella, dermatite e vitiligine.
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L’EMOZIONE. «E’ stata una gioia indescrivibile, come potete immaginare. Tutto l’equipaggio è entusiasta. Io mi considero un pò il padre putativo. Forse è un parolone ma sicuramente è un onore enorme». Così il capitano di fregata Francesco Iavozzo, comandante della nave della Marina militare «Comandante Bettiga», ha commentato con i giornalisti, sul molo del porto di Reggio Calabria, la nascita di una bimba a bordo della sua unità dopo che la madre era stata salvata in uno dei tanti interventi di soccorso a migranti in difficoltà nelle acque del Mediterraneo.
«Siamo attrezzati per ogni evenienza – ha aggiunto l’ufficiale – e d’altra parte non è la prima volta che accade. Anzi, quella è la terza volta che accade e la mia seconda volta in una singola missione. Il primo si chiama Francois Manuel, la seconda Manuela, nata ieri sera. Devo dire grazie, mille volte, alla presenza del personale volontario della Fondazione Rava che ci aveva fornito una ostetrica che ha guidato due parti, facendo nascere due bambini. Assolutamente bravissima. Siamo equipaggiati anche grazie alla fondazione Rava».
I migranti sbarcati oggi a Reggio Calabria, tra i quali Manuela, ha raccontato Iavozzo, sono stati recuperati nel corso di più interventi «in un lasso di tempo molto ristretto tra la mattinata ed il pomeriggio di ieri al largo delle coste libiche. Il fatto stesso che navighino in queste condizioni, su natanti fatiscenti, costituisce un pericolo, soprattutto con mare avverso. Per fortuna ieri il mare era calmo e tutto si è svolto nel migliore dei modi. Questo ci ha aiutato a gestire una situazione tutt’altro che semplice. C’erano dieci gommoni, uno vicino all’altro, con 120-130 persone a bordo. E recuperarli tutti quanti non è stato facile. Abbiamo dato priorità ai gommoni più carichi. Abbiamo mandato i nostri mezzi e abbiamo trasbordato 30-40 persone alla volta mettendoli in sicurezza. Poi abbiamo recuperato tutti».
«La Marina, ed in particolare la fregata “Comandante Bettica” – ha concluso il capitano di fregata Francesco Iavozzo – lavora nell’ambito del dispositivo navale ‘Mare sicurò, che tra i vari compiti ha quello di evitare e fronteggiare eventuali minacce terroristiche. E’ chiaro che siamo qui, con i migranti, perché la nostra priorità in mare, che è quella di tutti i marinai, è la salvaguardia assoluta alla vita umana. Noi siamo militari e proteggiamo gli interessi nazionali del mare. E’ chiaro che come tutti i marinai laddove esiste il pericolo per la vita umana, a prescindere da razza, religione, e di qualunque tipo di valutazione accessoria, noi interveniamo per salvarli».
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