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Il funzionario avrebbe permesso di riciclare il denaro delle cosche necessario per acquistare l’attività commerciale in Lombardia
REGGIO CALABRIA – Il direttore di un ufficio postale della provincia di Reggio Calabria è stato arrestato stamani dalla Polizia di Stato per impiego di denaro di provenienza illecita, aggravato dalla finalità di favorire la ‘ndrangheta.
Secondo le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano, oltre 200mila euro sarebbero stati impiegati da personaggi legati alla ‘ndrangheta per acquistare una farmacia a Milano. Sono in corso perquisizioni in Lombardia, Piemonte e Calabria.
Secondo quanto emerge dall’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia coordinata dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini, la ‘ndrangheta tenta di ripulirsi comprando farmacie e piazzando parenti e affiliati all’interno.
In manette è finito il 56enne Giuseppe Strangio, per 20 anni direttore dell’ufficio postale di Siderno Marina (Reggio Calabria). In tutto questo tempo, secondo quanto spiegato, non ha mai ricevuto una segnalazione da parte dell’antiriciclaggio, eppure sono emersi suoi versamenti in contanti negli ultimi dieci anni per 800 mila euro.
«La farmacia è stata acquistata nel 2006 per circa 220 mila euro – ha spiegato il procuratore aggiunto Ilda Boccassini -. Non è stato necessario intimidire nessuno, sono bastati i soldi. Una farmacia non è solo una fonte di reddito sicura, permette di dare lavoro, e chi può dare lavoro ha un grande potere. Ancora una volta constatiamo l’interesse della criminalità per la sanità al nord. Abbiamo scoperto molti figli e parenti di ‘ndranghetisti impiegati in farmacie della città».
L’accusa è di aver impiegato soldi provenienti dal traffico di droga della famiglia Marando, Romeo e Calabrò per comprare una farmacia in piazza Caiazzo, a Milano. All’interno lavorano come dipendenti la figlia di Strangio (laureata un anno fa in farmacia) e il figlio del boss Romeo. Il fratello del titolare ha precedenti per droga. La farmacia non è stata sequestrata.
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