Reggio, preso Cilona latitante di 'ndrangheta

Si nascondeva in un villaggio turistico vibonese

REGGIO CALABRIA – Un esponente di spicco del clan di ‘ndrangheta dei Santaiti di Seminara, che da diverso tempo era ricercato perché condannato all’ergastolo con sentenza di appello il 27 luglio 2015 per un omicidio compiuto nel 2006 e associazione mafiosa è stato individuato ed arrestato a Parghelia in villaggio turistico.

Si tratta di Antonio Cilona, 36 anni, ed è stato sorpreso e arrestato dalla Squadra mobile di Reggio Calabria. L’uomo non ha opposto resistenza. Cilona era ricercato dal momento della condanna, avvenuta nell’ambito del processo “Cosa mia”, l’inchiesta che ha portato alla luce le infiltrazioni delle cosche nei lavori di ammodernamento dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria ed ha ricostruito alcuni omicidi di una faida che ha visto contrapposte per anni le cosche di Palmi e Seminara.

Nello specifico, Antonio Cilona è stato ritenuto uno degli autori del delitto di Carmelo Ditto, un pregiudicato ucciso in un agguato a Seminara il 20 settembre 2006, tornato libero da circa un mese grazie all’indulto dopo avere trascorso in carcere poco più di dieci anni per scontare un cumulo di pene. Ditto era il cognato di Antonino Gallico, ritenuto esponente della cosca dei Gallico, e secondo le indagini condotte dalla Polizia e coordinate dalla Dda era maturato nell’ambito della faida tra gli stessi Gallico ed in Santaiti di Seminara, di cui Cilona è ritenuto un elemento di spicco.

Ad arrestare il latitante – il primo preso in Italia in questo 2016 – è stato il personale della squadra mobile di Reggio Calabria, coadiuvato da agenti del Commissariato di Palmi e della mobile di Vibo Valentia, con il supporto di un elicottero del V Reparto Volo della Polizia di Stato.

Al momento dell’arresto Cilona era disarmato e non ha opposto resistenza. Il ruolo di rilievo ricoperto dall’uomo in seno alla cosca dei Santaiti, secondo gli investigatori, era emerso proprio dalla vicenda relativa l’omicidio di Ditto, poiché Carmine Demetrio Santaiti, ritenuto l’altro autore del delitto, pur avendo la disponibilità di altri nipoti maschi diretti e di numerosi affiliati, aveva scelto proprio Cilona come suo complice per compiere l’omicidio.